Rassegna storica del Risorgimento

HEGEL GEORG WILHELM FRIEDRICH; SPAVENTA SILVIO
anno <1991>   pagina <12>
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Carlo Ghisalberti
della gloriosa Tipografìa elvetica di Capolago, della traduzione della Filo­sofia della Storia.72)
H 15 maggio le illusioni finiscono di fronte alla reazione, né v'è più spazio per la realizzazione di un programma da attuare in forma gradualistica e compromissoria con le forze che non avrebbero accettato lo Stato nazionale nella forma e con le caratteristiche auspicate. Subentra allora quella pausa dolorosa di riflessione che servirà a trarre ammaestra­mento dalla lezione delle cose ed al tempo stesso a maggiormente appro­fondire il senso ed il valore dello Stato nazionale da costruire in Italia. Nella penisola, però, la situazione politica e le circostanze storiche appaiono agli occhi degli hegeliani napoletani all'indomani del biennio 184849 ben diverse da quelle che dominavano la Germania del Vormàrz e che avevano sino al termine della sua vita indotto Hegel ad. abbandonare ogni pro­fessione palese di nazionalismo etnico ed ogni esteriore aspirazione alla immediata realizzazione dell'Unità nazionale.
Che, mutati nelle loro strutture istituzionali e razionalizzati nelle loro amministrazioni, gli Stati tedeschi erano divenuti per lo più autonomi soggetti di storia in quanto avevano ormai natura di ordinamenti moderni, qualificabili per gli attributi ed i connotati,* primo tra i quali il frequente possesso di uno statuto o carta costituzionale, che il filosofo di Stoccarda riteneva proprio della moderna forma Stato. Di qui aveva tratto il con­vincimento che sulle macerie del vecchio impero era sorto lo Stato tedesco, idea-forza destinata a vivere per suo conto nelle realtà politiche parti­colari almeno fino a quando le circostanze non avessero consentito la sua coniugazione con l'Unità nelle forme storicamente possibili alla nazione germanica.23
Per gli hegeliani di Napoli, invece, lo Stato nazionale doveva rea­lizzarsi con più immediatezza non esistendo negli ordinamenti della peni­sola né eticità, né razionalità né individualità riconoscibili in forma tale
22) Sulla traduzione del Turchiarulo, cr. le osservazioni della Prefazione di F, MESSINEO all'edizione dei Lineamenti di filosofia del diritto, cit., pp. XXV sgg.
23) Importante al riguardo la valutazione di S. AVTNERI, La teoria hegeliana dello Stato, cit., pp. 97-99, anche se forse ritiene assoluta e definitiva quella rinuncia del filosofo di Stoccarda ad una visione unitaria del destino germanico che, probabilmente, invece, si inquadrava in una sua interpretazione gradualistica della storia tedesca dopo la Restaurazione. Storia nella quale il consolidamento della forma Stato nei diversi ordinamenti regionali e nella Prussia in particolare, doveva costituire la premessa per un ulteriore avanzamento nazionale verso la realizzazione di un futuro vissuto insieme da tutto il popolo tedesco, secondo le indicazioni piuttosto implicite, pur nella loro problematicità non sempre sciolta, delle sue Lezioni sulla filosofia della storia e dei suoi frammenti dedicati a La Storia universale (cfr. Lineamenti di filosofia del diritto, parte III, séz. Ili, n. 341 sgg.). La realizzazione di questo futuro nazionale, comunque, non si sarebbe potuta attuare, per la peculiarità della tradizione politica e del modo di aggregazione statale della Germania, secondo gli schemi rivoluzionari e giacobini della unità e della indivisibilità esaltati dalla Francia tra il 1789 ed il 1815. Sull'atten­zione hegeliana a quel periodo della storia francese ed europea, cfr. sempre La rivo­luzione francese e il suo significato filosofico, a cura di G. SOLARI, in Rivista di filosofia, n. 3, 1948, pp. 150 sgg.