Rassegna storica del Risorgimento

HEGEL GEORG WILHELM FRIEDRICH; SPAVENTA SILVIO
anno <1991>   pagina <15>
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Silvio Spaventa e Hegel 15
prima metà dell'Ottocento ancora invischiata, nel giudizio del filosofo di Stoccarda, nei lacci di una tradizione antica.32) Di qui, infine, l'aspra presa di posizione dell'articolo su La confederazione germanica e l'Italia, scritto nel 1859 dopo il pieno ritorno di Silvio Spaventa all'attività politica e pubblicistica, articolo nel quale con assoluta consapevolezza delineava il totale divario tra il processo formativo dell'imitò nazionale italiana in vista del suo prossimo coniugarsi con la forma Stato in via di costruzione ed il modo di svolgersi del movimento patriottico tedesco verso una superiore aggregazione politica della Germania. Questa nella veste del momento non gli sembrava fondata modernamente ma gli pareva conte­nesse ancora princìpi di governo arcaici, giustificabili solo in quanto punto di transizione dal mondo feudale delle nazioni all'ordinamento nuovo e razionale, al quale alcune ancora aspirano ed altre sono già pervenute a.33) Giustificabili, cioè, solo per i motivi che trenta o quaranta anni prima avevano indotto Hegel, dopo aver tanto riflettuto e lottato per la modernizzazione politica della Germania, al pensieroso e sofferto silenzio sul presente della sua patria tedesca e che tuttora, in un mondo in via di mutazione continua, parevano a nord delle Alpi tuttora condi­zionare la genesi dello Stato nazionale ed il suo rapporto con la società civile. Quel rapporto tra Stato e società civile sul quale i liberali nazionali tedeschi, unitari nel loro sentimento, individuavano troppo sbrigativamente un motivo di condanna per Hegel che, col suo statualismo burocratico ed amministrativo, avrebbe impostato in un senso a loro non gradito, esaltando invece oltre misura i canoni di governo di una Prussia autoritaria e burocratica ed assai poco proclive al nuovo liberalismo. Essi, però, igno­ravano o volutamente trascuravano la difesa che degli ordinamenti monar­chico-rappresentativi aveva fatto il filosofo di Stoccarda per conciliarli con gli strumenti della moderna amministrazione, esaltati e potenziati per le riforme prussiane.3*)
La costituzione politica della Germania poteva apparire a Spaventa come termine di raffronto per la costruzione risorgimentale in atto ed il discorso sui caratteri e sui contenuti di quella a lui serviva alla riflessione sulla natura e sulla forma dell'erigendo Stato nazionale italiano, il cui modo di essere doveva ancora definirsi non già sul piano ideale, che in ciò schemi e categorie hegeliane ben servivano, quanto, invece, sul terreno più immediatamente strutturale ed istituzionale sul quale assai utilmente sembravano prestarsi i modelli francesi.
32) SuWEngltsche Reformbill, scritto da Hegel nel 1831 e censurato nella sua ultima parte dal governo prussiano, la cui traduzione italiana è contenuta negli Scritti politici, cfr. S. AVINERI, La teoria hegeliana dello Stato, cit., pp. 247 sgg.
33} Dal 1848 al 1861, cit., pp. 317 sgg.
34) Interessanti cenni sull'atteggiamento politico e del pensiero di Hegel relativa­mente alla situazione della Germania degli anni Venti del secolo diciannovesimo in R. BODEI, Filosofia e politica nello Hegel berlinese, in Incidenza di Hegel, cit., pp. 309 sgg. Sull'idea di monarchia rappresentativa in Hegel cfr. ora G. Duso, La rappresentanza politica, cit., pp. 61 sgg. Sul ruolo svolto dal pensiero hegeliano nella formazione della moderna scienza tedesca del diritto pubblico cfr. M. FIORAVANTI, Giuristi e costituzione politica nell'Ottocento tedesco, Milano, 1979, pp. 57 sgg.