Rassegna storica del Risorgimento
DE SANCTIS FRANCESCO; ELEZIONI LACEDONIA (COLLEGIO) 1879
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1991
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De Sanctis a Lacedonia
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Ora le dirò brevemente quale sarebbe stato l'oggetto del mio discorso-Io sono preoccupato per l'esito della votazione del 14. Vorrei non solo vedere rieletto S.E. il De Sanctis ma la sua rielezione dovrebbe riuscire a primo scrutinio e splendida per quanto possibile. Sapendo quanto Ella fu sempre benevola con me io volevo a viva voce interessarla totis viribus per la riuscita di questo giusto mio desiderio.
Non le dico altro e faccio capitale sul suo valido concorso.
Ma che cos'era, dunque, quello che così fortemente preoccupava ed angustiava il prefetto, De Sanctis ed i suoi amici politici? L'incognita che gravava minacciosa sui risultato di Lacedonia era in realtà costituita dall'atteggiamento, che si paventava ostile, di Michele Capozzi, ritenuto l'occulto ispiratore delle manovre dei Tozzoli. Caduto alle elezioni politiche del 1876 nel collegio di Atripalda in conseguenza dell'avvento della Sinistra al potere e ad opera proprio del prefetto Cornillon di Massoins, l'ex Re Michele come l'aveva immortalato De Sanctis nel Viaggio elettorale andava pazientemente ed abilmente ritessendo, in quegli anni di apparente eclissi tra il 1876 ed il 1880, le fila del suo potere; leader indiscusso e punto di riferimento obbligato di tutti i malcontenti, di Sinistra come di Destra, Michele Capozzi restava in effetti una forza ed una potenza quanto mai temibile.19
I timori dei sostenitori e degli amici di De Sanctis non erano quindi ingiustificati. Si spiegano, così, le numerose ed autorevoli pressioni di cui fu fatto oggetto Capozzi. Il giurista irpino Francesco Pepere, docente dell'Università di Napoli, ad esempio gli scriveva, a nome di Silvio Spaventa e dell'Associazione costituzionale, ossia della Destra, per chiedere, se non il suo appoggio, almeno la sua neutralità, giacché si era consapevoli che De Sanctis gli era stato ingratissimo . Ma ora era necessario che non venisse contrastata la rielezione di De Sanctis, a cui si diceva che Nicotera avesse mosso guerra.2* Per un autorevole esponente della Sinistra moderata come il senatore Rega, De Sanctis era invece senz'altro un comune amico , a favore del quale Capozzi avrebbe dovuto spendere tutta la
19) Su Michele Capozzi (1836-1917), cfr. R. MOSCATI, De Sanctis e le lotte elettorali in Jrpinia, in AA.W., De Sanctis e il realismo, Napoli, 1978, voi. II, pp. 1409-1432; F. BARRA, II Re Michele desanctisiano. Michele Capozzi e la vita politica irpina nell'età della Destra, in AA.W., Miscellanea in onore di Ruggero Moscati, Napoli, 1985, pp. 627-644; ID., Alle origini del Viaggio elettorale , cit.; ID., Michele Pironti presidente del Consiglio provinciale di Avellino (1873-1876), in Riscontri, n. luglio-dicembre 1985, pp. 103-129.
20) Francesco Pepere a Michele Capozzi, Napoli 2 dicembre 1879, in A. MARINARI, Il dossier Capozzi, cit., p. 164.
Sul Pepere (1823-1903), sfortunato competitore di P. E. Imbriani nel collegio di Avellino nelle elezioni del 27 gennaio 1861, titolare di una fiorente scuola giuridica privata (alla quale si formarono Arcoleo, Gianturco, Sai andrà, Nini) e dal 1861 professore di Storia del Diritto all'Università di Napoli, cfr. L. Russo, Francesco De Sanctis e la cultura napoletana, Bari, 1943, p. 209; G. OLDRINI, La cultura filosofica napoletana dell'800, Bari, 1973, p. 647; A. MARINARI, TI dossier Capozzi, cit., p. 6.