Rassegna storica del Risorgimento
BALLA GIACOMO; MERLONI GIOVANNI; SOCIALISMO ROMA 1900-1910
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1991
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36
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Giuseppe Barbalace
Nel 1902, si manifestavano, nel congresso nazionale socialista di Imola, le due tendenze, la rivoluzionaria e la riformista, destinate a cozzare, in perpetuo, in una unità spesso coatta. Nel 1907, i germi delle idee respirate nella redazione deWAvanti!, in quell'interessante principio di secolo, mi inducevano a scrivere le Vie nuove del socialismo, cioè la dottrina del socialismo riformista .4>
Più pittoresche le note di Luigi Bottazzi:
Entrai nella redazione déH'Avantil (non l'ho mai dimenticato perché non si dimentica il primo amore) nel 1908, presentato da Ivanoe Bonomi a Leonida Bissolati, succeduto nella direzione del giornale ad Enrico Ferri [...]. La figura di Bissolati questo paragone non vuole essere irriverente ricordava quella di Don Chisciotte della Mancia: era, in realtà, un uomo che non si contentava di vivere e di pensare come gli altri avrebbero voluto e che cercava, come poteva, di evadere dal mondo che lo circondava. Munito di un freddo coraggio, egli sapeva sfidare l'impopolarità di certi suoi atteggiamenti di uomo politico [...]. La montagna e il fiume erano i suoi due grandi amori (abitava una casa sulla Passeggiata di Ripetta, in vicinanza del Tevere) [...]. È giunto il momento di dire qualcosa della redazione del giornale. Essa si componeva di due categorie: la politica e l'agnostica. Alla prima, oltre Bissolati e Bonomi, appartenevano Giovanni Merloni, Guido Podrecca, Francesco Paoloni, Giuseppe Marini. Alla seconda, Edoardo Boutet, uno dei maggiori critici teatrali che abbia avuto l'Italia, Ermanno Amicucci, Vincenzo Cardarelli, Aldo Borelli ed io [...]. Amicucci, Borelli, Cardarelli erano alle loro prime armi: quest'ultimo firmava con lo pseudonimo di Simo-netto. [...] Quanto alla redazione politica, Bissolati e Bonomi formavano un compatto blocco riformista mentre gli altri e, specialmente Merloni, pezzo grosso della Massoneria, tendevano verso l'estremismo: qualche volta Merloni, all'insaputa di Bissolati, passava direttamente in tipografia una nota che faceva piacere ai socialisti dell'altra parte e stonava con l'indirizzo del giornale. Sebbene così stranamente composta, la redazione era un modello di cordialità e di intimità sinceramente praticate. [...]. Gii uscieri e i tipografi davano il tu a Bissolati e ne avevano più di noi il diritto. [...] Il correttore di bozze Amerigo Rossetti, intelligente e precisissimo; il proto Umberto Ferrari, Romolo Sabbatini, segretario della CdL, erano prossimi a diventare consiglieri comunali, mentre due uscieri, Valenti e Spanata, erano influenti nell'Unione Socialista Romana. [...] Bissolati lasciava a Bonomi l'incarico di pensare a noi. E Bonomi, il più buono e il più remissivo dei redattori-capo che io abbia conosciuto, spesso diventava il cireneo della redazione: lavorava, cioè, lui per tutti noi .5
Quindi, collaborando all''Avanti!, Merloni si ritrova con il poeta Vincenzo Cardarelli (1887-1959) fuggito dall'angustia di Corneto Tarquinia (ma, in generale, vale per quasi tutta la provincia d'allora) ove si parla soltanto di maiali, abbacchi, cipolle e conserva di pomidoro . Certamente, in
*> Cfr. I. BONOMI, Ricordi di un redattore dell'* Avanti! , in S. NEGRO - A. LAZ. ZARINI (a cura), Uomini e giornali, Firenze, Salani, 1947, pp. 31-36 {interventi di giornalisti per i venticinque anni di professione di Giuseppe Dalla Torre, direttore dell'Osservatore Romano).
5) Cfr. L. BoTTAZZt, Leonida Bissolati in Via del Seminario, in Uomini e giornali, eL, pp. 37-44.