Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI ITALIA 1875-1880; <> 1878-1880;
anno <1991>   pagina <365>
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La Rassegna settimanale e l'industria 365
senza di una situazione di crisi generale e dell'acuirsi della rivalità fra Stati, Sonnino giudicava inadeguato e dannoso economicamente il ricorso nel campo doganale ad un criterio informatore soltanto fiscale; mentre, per quanto riguarda l'applicazione di tariffe protezionistiche, quanto più esse erano efficaci economicamente, tanto meno rendevano all'erario.164* L'uso dello strumento protezionistico non era escluso a priori per la tutela dell'industria nazionale, ma non assurgeva nel suo orientamento ad elemento portante e condizione principale per lo sviluppo industriale. Poteva essere idoneo, in certe circostanze e per certi settori, al potenzia­mento dell'economia, e questo a sua volta, come lo era una solida finanza pubblica, costituiva una condizione perché sulla scena internazionale potesse accrescersi il peso dell'Italia come potenza, anche in campo colo­niale; tanto che, non a caso, più volte aveva messo in rilievo l'importanza dei trattati commerciali e della politica doganale per le relazioni inter­nazionali. Ma, a differenza di Rossi, il protezionismo non era per lui il concetto ispiratore della politica economica, il perno di una strategia complessiva per lo sviluppo, ma restava subordinato alle esigenze sociali e a quelle della politica generale dello Stato.
Una tale posizione, più specificamente e diffusamente articolata, si era manifestata anche nella Rassegna settimanale. L'attenzione dedicata dalla rivista alla realtà industriale era tutt'altro che occasionale. ÌL da rilevare innanzi tutto, insieme alle valutazioni che delle sue potenzialità venivano espresse, l'esigenza di una conoscenza più approfondita di questo settore economico e del coordinamento e utilizzo delle risultanze acquisite a fini pratici di intervento. Da questo punto di vista sono significative le prese di posizione contro l'abolizione del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, avvenuta nel 78, e quella a favore della necessità di una esauriente statistica industriale. Sonnino aveva definito la sop­pressione di quel ministero un atto esorbitante il potere dell'esecutivo, che invade le attribuzioni del Parlamento .165) Ma, a parte tale questione, veniva meno in tal modo la sola fra le amministrazioni che aveva fra i suoi fini quello di ricercare le condizioni delle varie parti d'Italia, di studiarne i bisogni senz'altro scopo che di conoscerli e di metterli in luce ; di usare dei mezzi di informazione di cui può disporre lo Stato per render manifesti i danni e le sofferenze nate da cagioni naturali o da errori 'governativi, in modo da poterne cercare il rimedio, facendo sì che vi fossero altri punti di contatto fra il Governo e i cittadini all'in fuori dell'esattore e del carabiniere.166) Oltre tutto, il momento in cui era stato emanato il decreto di soppressione era quanto mai inop­
ia) Op. di., 23 febbraio 1886, pp. 284-285 {intervento nella discussione del
disegno di legge per l'assestamento del bilancio di previsione dell'esercizio 1885-1886).
165) jjx Rassegna settimanale, 10 febbraio 1878, Dove andiamo?
166) La Rassegna settimanale, 13 gennaio 1878, La soppressione del Ministero di Agricoltura, Industria e commercio. Vedi anche ivi, Economia pubblica. Cfr. su questo problema A, CARACCIOLO, Stato e società civile. Problemi dell'unificazione italiana, Torino, 1960, pp. 34 sgg.