Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI ITALIA 1875-1880; <> 1878-1880;
anno <1991>   pagina <371>
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La Rassegno settimanale e l'industria
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anche conseguenze negative per le classi popolari, rappresentate dalla diminuzione dei salari reali: il pane costava il 15 in più si calco­lava per la barriera verso il grano forestiero che il corso forzoso creava. Soffermandosi sugli aspetti sociali, ci si diffondeva poi su quelli economici generali, iniziando col confutare l'opinione abbastanza diffusa e interessata che, abolendo il corso forzoso, il guadagno degli operai si convertirà in perdita dei padroni, con rischio gravissimo per le fabbriche, già in condizioni difficili di vita. Tale opinione era, a giudizio della Rassegna, basata su un errore gravissimo , cioè che il benessere delle classi lavoratrici non si possa ottenere senza danno dei fabbricanti .18 Si sottolineava al riguardo, per meglio evidenziare il nesso fra produzione e condizioni sociali, che tra le cagioni principali della nostra inferiorità nelle manifatture, si deva annoverare la poca produttività degli operai: la quale dipende non. solamente dalla mancanza di buone tradizioni indu­striali, ma altresì dalla debolezza fisica e talvolta dall'intorpidimento intellettuale; che conseguono ad una cattiva e scarsa alimentazione, i cui funesti effetti sono aggravati dalle abitazioni insalubri. In un paese ove il capitale è caro, la poca produttività dell'operaio è cagione sdì perdita enorme. Il risparmio che si ottiene coi piccoli salari è soltanto apparente, perché ad esso corrisponde una più piccola quantità di prodotti, sovente di qualità meno buona; e, quel che è più grave, le spese generali entrano in misura molto ragguardevole nel prezzo di ogni unità di merce. Se i nostri fabbricanti studiassero bene questo tema, vedrebbero che le ragioni dell'umanità si accordano mirabilmente col loro tornaconto e potrebbero rallegrarsi che l'abolizione del corso forzoso migliorasse alquanto la sorte dei loro cooperatori .189)
Per quanto riguarda la concorrenza estera, era indubbio che il corso forzoso producesse un indiretto e limitato effetto protettivo, ma di fronte a questo beneficio, quante sono le perdite alle quali è esposto il nostro industriale! Deve approvvigionarsi all'estero di quasi tutte le materie prime: metalli, cotone, lana, legnami, ecc., e quindi corre sempre l'alea del cambiamento dell'aggio; non sa mai con precisione quali siano le spese di produzione, perché queste variano continuamente col prezzo della carta; non può far previsioni approssimative sui prezzi di vendita; insomma l'industria, che deve evitare per quanto è possibile ogni alea, diventa giuoco da capo a fondo. Del resto i nostri fabbricanti vivono ora sotto l'impero di una tariffa doganale abbastanza protettiva e possono concedere agli operai qualche agevolezza. Se talune fabbriche non pro­sperano, ciò non dipende da scarsità di protezione, sibbene da difetto di avvedimenti tecnici .190>
Emerge dunque abbastanza chiaramente dalle analisi della Rassegna un profilo del mondo industriale italiano, caratterizzato in buona parte
183) Ibidem, m Ibidem. i* Ibidem.