Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI ITALIA 1875-1880; <
> 1878-1880;
anno
<
1991
>
pagina
<
379
>
j, La Rassegna settimanale e l'industria 379
abolizione del corso forzoso, come si è accennato, per promuovere una campagna a favore di un nuovo inacerbimento dei dazi [...] e dalle dichiarazioni di principio si passa alle domande concrete .WÌ Alla base di tali richieste erano, secondo la Rassegna, smodate brame di alcune schiere di produttori ,228) contrarie ai bene intesi interessi del paese. I primi a rialzare il vessillo della protezione sono stati i proprietari delle officine siderurgiche.229) Invece di limitarsi a pretendere una soluzione favorevole alla siderurgia nazionale nella questione delle miniere dell'Elba, questi industriali facevano richieste che niuno può appagare e che mettono in non cale interessi degni di rispetto a,230) Infatti, chi pensi quanto sia essenziale per tutte le arti e per l'agricoltura l'avere il ferro a buon mercato, chi ponga mente che l'Italia, per difetto di combustibile, poco adatta al trattamento di minerali, è meravigliosamente preparata dalla natura ai lavori per i quali occorrono i metalli come materia prima, dovrà domandarsi se sia lecito invocare l'aumento di dazi, già così eccessivi.231)
Accanto alle ferriere, erano i settori della vetreria e gruppi della filatura e tessitura, particolarmente insistenti nel chiedere un inasprimento doganale. A giudizio della Rassegna, anche per queste produzioni i dazi esistenti ecced[eva]no di cifra ragguardevole la ragione normale che converrebbe adottare ;232) per cui si affiancava al governo nel respingere tali pressioni, affermando che i dazi di confine non sono diritti degli industriali e che per proteggere eccessivamente un'industria, non si possono compromettere gli altri interessi economici del paese.233)
Tali argomenti, in marnerà più estesa, vennero ripresi nell'81, in occasione del trattato di commercio con la Francia, e rivolti in maniera particolare contro Alessandro Rossi.234) I propositi espressi da quest'ultimo e dai suoi correligionari di non fare alcun trattato, di sottoporre a revisione la tariffa generale e di non estendere ad altri paesi i favori accordati all'Austria-Ungheria col trattato del 27 dicembre 1878, erano drasticamente contrastati. Essi si ispiravano ai principii della più schietta proibizione e non si appagavano della tariffa del 1878, che aumentò di quasi cento per cento i dazi sui pannilana; di cinquanta per cento quelli sulle stoffe di cotone, sui drappi serici, sulle tele di iuta; che accrebbe in modo ragguardevole i diritti sulle pelli, sulle terraglie, sulle
227 a Rassegna settimanale, 12 dicembre 1880, Una nuova campagna, cit. Vedi anche ivi, 5 dicembre 1880, La relazione sul corso forzoso.
ZW Una nuova campagna, cit.
229) Ibidem,
230) Ibidem.
25i) Ibidem.
232) Ibidem.
ss Ibidem.
234) La Rassegna settimanale, 16 ottobre 1881, // trattato dì commercio. Vedi anche la lettera al direttore, non firmata, ivi, 23 ottobre 1881, // trattato di commercio*