Rassegna storica del Risorgimento
ITINERARI TURISTICI RISORGIMENTALI VICENTINI (COLLANA); VICENZA
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1991
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386
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Giovanni Marcadeìla
si potrebbero trovare nelle testimonianze di quegli studenti di Harvard, autisti dell'American Red Cross sulle sconnesse strade del Grappa. [...] Portamina feriti per quattro o cinque giorni di seguito, ventiquattr'ore su ventiquattr'ore racconta Bill Home dormendo in caverne e tenendoci su a forza di cognac e caffè. Sfidammo il traffico dei camion in salita e le granate dei giri della morte con macelline cariche di quindici e anche sedici uomini [...] . Penso che per una persona ohe voglia abbandonare il percorso itinerante e soffermarsi in un angolo a ricostruire, usando l'apporto di varie schede e spulciando qua e là, la storia degli Americani sul Grappa o le vicende del nominato generale Medici, lo sforzo non sia particolarmente difficile. L'ho fatto io stesso ed il risultato mi è apparso soddisfacente sotto molti punti di vista.
A Bassano, il 14 luglio, soldati ed autorità imperiali, alla notizia dell'approssimarsi della divisione XV e del generale Medici da Cittadella, lasciarono frettolosamente la città per ritirarsi in Valbrenta e qui preparare una prima e più adeguata difesa del Trentino {scheda 4.11.0). A Carpane organizzarono un centro di approvvigionamento (scheda 1.4.0), ma la povera economia di valle non poteva bastare al sostentamento della truppa. Si compirono perciò delle battute aHa ricerca di vettovaglie per tutta la valle ed anche giù, oltre lo sbocco, nella campagna bassanese. Il 17 luglio solo tre giorni dopo averla abbandonata uno squadrone di cavalleria giunse in città, a Bassano, e si fermò sotto le mura di viale delle Fosse, spaventando la popolazione (scheda 4.11.0). Un capitano, raggiunse il municipio per chiedere al podestà Francesco Compostella buoi, pane, sale ed avena. Li ottenne.
Crébbe l'apprensione del popolo in quel momento di grande incertezza. La città, con l'animo pieno di timori e contrasti, s'apprestò ad accogliere gli Italiani. Nella notte del 18 luglio Bassanesi scesero in piazza inneggiando alla libertà e sventolando bandiere tricolori, ma nei paesi della campagna l'attesa era accompagnata da un grande senso di ineluttabilità e dalla consapevolezza che le cose importanti si compivano belle o brutte che fossero allora come sempre, sopra le teste delle genti di campagna e che i fatti di quei giorni e l'eventuale cambiamento avrebbero comportato per loro nuovi sacrifici, privazioni, sofferenze, prima fra tutte le dolorosa preoccupazione per quei poveri giovani, figli o mariti, che ancora militavano negli eserciti imperiali. Alcuni di loro avevano proprio in quei giorni approfittato dello sbandamento generale e, durante le battute di approvvigionamento, avevano disertato ed ora stavano alla macchia.
Il Medici giunse in zona il 21 luglio. Non entrò in città. Accampò la truppa sui prati intorno a Cà Cornaro ed occupò la villa, allora proprietà dei Mocenigo (scheda 5.1.0). Il giorno dopo egli fu già in Valbrenta. Non incontrò una vera resistenza fino a Cismon. Qui gli imperiali avevano distrutto il ponte sul fiume e s'erano asserragliati nel paese di Primolano, pronti a ricevere l'avanguardia italiana. Una compagnia di cacciatori fu lasciata a presidiare la zona al di là del torrente Cismon, entro una isolata casa bianca, ancor visibile sulla destra per chi sale oggi la vallata, appena passata la contrà Porteghetti, casa che i fatti del tempo han reso