Rassegna storica del Risorgimento
ITINERARI TURISTICI RISORGIMENTALI VICENTINI (COLLANA); VICENZA
anno
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1991
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pagina
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389
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LIBRI E PERIODICI
ALFONSO SCIROCCO, L'Italia del Risorgimento; Bologna, Il Mulino, 1990, in 8, pp. 474. L. 38.000.
Molteplici interpretazioni, diverse periodizzazioni, un vario sovrapporsi di interessi del presente e di valori estranei alla reale conoscenza del fenomeno, hanno caratterizzato la storiografìa sul Risorgimento. Tanto più viva è pertanto l'esigenza di superare il provincialismo connesso alla sua strumentalizzazione a favore di una conoscenza scientifica che tenga conto soprattutto dei recenti indirizzi storiografici, ma che rivisiti anche testimonianze letterarie, storiche, politiche dei contemporanei.
Indipendentemente dalle strumentalizzazioni, da quelle sabaudiste a favore del Piemonte del periodo direttamente post-unitario a quelle recentissime delle varie leghe, il periodo rimane rilevante perché in esso sono comunque da ricercare le ragioni della formazione e delle caratteristiche di una classe dirigente e del suo modo di interpretare e mediare, rispetto ai governi, le esigenze delle popolazioni degli Stati preunitari prima del 1860 e di quello italiano dopo tale data.
Partendo da questa esigenza chiarificatrice il testo di Scirocco adotta una periodizzazione che è conseguente all'impostazione metodologica scelta: si pongono infatti come termine a quo l'età napoleonica e come termine ad quem le leggi di unificazione amministrativa e legislativa del 1865, frettolosamente approvate in vista del trasferimento della capitale da Torino a Firenze dopo la Convenzione di Settembre. Due momenti unitari quindi, il primo piuttosto strutturale, quasi obbligato per chi si ponga nell'ottica di una storia delle istituzioni e del loro rapporto con la società, per chi ancora voglia dare risalto alla continuità: esso è rapportabile alla comune impronta napoleonica che gli Stati della penisola ricevono in merito alla vita amministrativa, ai codici, all'organizzazione civile e giudiziaria, all'impostazione delle circoscrizioni territoriali e degli ordinamenti comunali, alla formazione di una burocrazia efficiente, di un mondo intellettuale organico al potere, alla omogeneizzazione dei ceti dirigenti e della borghesia degli impieghi e delle professioni, al valore prioritario della proprietà, della ricchezza e della gerarchia degli uffici. Il secondo risulta invece esterno , riportabile ad un'unificazione territoriale, legislativa, ma ancora tutta da costruire per ciò che riguarda il paese reale . Tra i due estremi una netta e fortemente sottolineata diversità dei contesti statali, degli atteggiamenti dei governi, della crescita ei/o dello sviluppo delle società, delle economie, dei livelli culturali, sullo sfondo di una storia essenzialmente * politica : storia- dello Stato, dell'amministrazione, del rapporto governo-governati, con un approfondimento insieme della dialettica sociale e istituzionale.
Molti i temi su cui Scirocco si sofferma per registrare le differenze, da quelli culturali a quelli strutturali ( ordine pubblico, repressione, carceri, condizioni di vita di città e campagne, riflessi della nascente industrializzazione, alfabetizzazione, evoluzione dell'assistenza e della scienza medica, che si integrano con quelle sulla crescita delle città, mutamenti -sella distribuzione territoriale dei centri politici, amministrativi economici, sviluppo delle comunicazioni, influenza delie linee ferroviarie p, 9), centrali sono .tuttavia le modalità di azione dei gruppi dirigenti e il rapporto paese reale-paese legale esaminati in un contesto prevalentemente urbano, anche sotto il profilo culturale