Rassegna storica del Risorgimento

ITINERARI TURISTICI RISORGIMENTALI VICENTINI (COLLANA); VICENZA
anno <1991>   pagina <390>
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Libri e periodici
e giuridico in quanto nelle città il ruolo di centro culturale si innestava su quello politico-amministrativo (p. 211).
La campagna, rispetto al diffuso interesse per il mondo contadino della storiografia degli anni '50-*60, appare infatti nel volume sullo sfondo per sottolinearne le insufficienze e le carenze nonché la perifericità complessiva nell'ambito degli interventi modernizzanti che coinvolgono ogni aspetto della vita sociale ed economica. Le città invece, soprattutto le capitali, sono soggette ad espansione per la loro natura di sedi di uffici pubblici, magistrature, presidi militari, attività finanziarie e imprenditoriali legate ad appalti ed opere pubbliche con conseguente richiesta di abitazioni confortevoli da parte di una borghesia maggiormente esigente, dal più elevato livello di vita. In esse si diffondono moderne infrastrutture, dall'illuminazione a gas, agli acquedotti, alle reti ferroviarie, banche e istituti di credito, servizi moderni, ma anche si esasperano i problemi igienici e medici, le difficoltà della vita quotidiana soprattutto per le classi popolari che, escludendo Milano, risentono ovunque delle ristrettezze finanziarie della maggior parte degli Stati. Anche le città periferiche sono coinvolte in questa crescita quando ospitano, accanto alla vecchia oligarchia nobiliare, i nuovi gruppi dirigenti legati agli impieghi, alle professioni, alla magistratura, al mondo intellettuale e imprenditoriale; non a caso un ruolo marginale hanno Venezia e Genova, prive di attrazione sotto il profilo amministrativo, e Palermo, ove la limitata autonomia non permette un simile fenomeno di ristrutturazione sociale.
In contrasto con un quadro generale che tende a sottolineare le differenze, a partire dal periodo post-napoleonico Scirocco individua una serie di campi nei quali, pur nelle varietà locali, è possibile seguire percorsi che si snodano e tendono a intenti unitari. Innanzitutto la cultura: già nell'età napoleonica l'organicità al potere, la profes­sionalità dell'intellettuale, soprattutto a Milano, potevano considerarsi dati generali. In seguito alle difficoltà degli Operatori culturali corrispondono modificazioni nel tessuto sociale che ampliano il campo semantico del termine per cui intellettuali sono anche medici, ingegneri, agronomi, avvocati, appaltatori, che si impegnano spesso non a caso nel giornalismo. L'attenzione a Vieusseux, alla diffusione nei vari Stati de L'Antologia, l'interesse per editori come Stella a Milano e Pomba in Piemonte, il rilievo dato ai problemi della censura portano l'A. a riconoscere l'esistenza di una cultura nazionale, ma anche i limiti della coscienza unitaria della borghesia, l'incapacità della stampa di superare i particolarismi, la varia tempestività con cui si affrontano i problemi dell'istruzione, pur rimanendo salvi l'attenzione e il recepimento delle istanze europee.
Il legame con l'Europa è sfondo insostituibile non solo per lo stretto collegamento coi moti in di penden fistici sempre riportabili a più ampi sconvolgimenti politici o con le ipotesi di riassetto territoriale alla Balbo. Esso Io è ancor più per fattori strutturali e culturali: esso viene infatti spesso sottolineato, insieme all'unitarietà di alcune tendenze di fondo, anche per l'economia, dall'iniziale protezionismo, tranne che in Toscana, ai dibattiti sul liberalismo degli anni trenta a Napoli e in Sicilia, all'aspirazione ad im mercato unico nazionale sul tipo dello Zollverein non per esigenze commerciali o produttive, ma per imitazione dei modelli europei. L'interesse di Scirocco è per la borghesia degli anni Trenta-Quaranta disposta a rinunciare all'autonomia delle ammini­strazioni locali e alle istituzioni consultive per inserirsi da protagonista nel ciclo congiunturale positivo dell'economia europea dopo il 1826 e nel dibattito scientifico ed economico che si accompagnò alla crescita del movimento moderato e alla volontà borghese di agire d'accordo coi principi in direzione delle riforme. Di qui il rilievo dato dall'A. ai congressi degli scienziati dal 1839 in poi per il loro ruolo politico nell'impostare soluzioni valide per tutta la penisola e come momento di confronto, l'ampio spazio ancora riservato al dibattito sulla lega doganale per la prospettiva unitaria in campo doganale in cambio della rinuncia teorica all'unità politica. L'elemento unificante della prospettiva europea, già notato a proposito della cultura e dell'economia, è estendibile a molteplici altri aspetti, dal modello dello Stato, francese o austriaco, dal modello dello sviluppo, francese o inglese, all'importanza dell'emigrazione politica