Rassegna storica del Risorgimento
ITINERARI TURISTICI RISORGIMENTALI VICENTINI (COLLANA); VICENZA
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1991
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Libri e periodici
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per la formazione di una coscienza europea dopo gli eventi rivoluzionari del 1821 e del 1831, in apparente contrasto col carattere dell'emigrazione degli anni '50 in Piemonte agente nell'ottica della formazione di una opinione nazionale . L'Europa quindi come punto di riferimento non esterno, quale potrebbe apparire l'idolo polemico di una dominazione austriaca artificiosamente aggregante le varie opposizioni.
Il nodo centrale della ricostruzione è tuttavia riferibile alla vittoria dei moderati; paradossalmente infatti è proprio la loro rinuncia teorica all'unità politica .per accettare l'accordo coi sovrani negli anni trenta a legittimarli, a differenza dei democratici rigidamente unitari, come reale ceto dirigente, a dare credito alla loro prospettiva unitaria in campo di tariffe daziarie, a permettere loro di partecipare al potere senza mettere in pericolo l'ordine sociale. L'A. si sofferma perciò diffusamente sul dibattito degli anni '40 relativo all'unificazione economica, all'accordo tra i sovrani, al programma di unità nazionale di vari moderati sul tipo di Gioberti o Azeglio, sulla centralità degli anni 1846-47, tutti aspetti che palesano da parte dei moderati la ricerca di credibilità di fronte all'Europa; nel '48 tuttavia si giuoca il ruolo della direzione democratica o moderata del Risorgimento e Scirocco mette in risalto prospettive e limiti di ambedue, evidenziando proprio durante le alterne vicende militari e politiche della guerra la fine di alcune speranze e le premesse di un discorso nuovo, strettamente ancorato alla contrapposizione innovativa del Piemonte liberale ai regimi assoluti (p. 314).
Dopo il '49, infatti, permane in questi ultimi, nonostante la reazione, lo Stato amministrativo, la modernizzazione contemporaneamente all'assolutismo, si adottano talora nuovi codici (Modena, Lombardo-Veneto, Toscana), si riordina l'amministrazione comunale e provinciale, si creano organi consultivi, ma non si fa alcuna concessione al movimento liberale, anzi si acuisce la funzione poliziesca delle istituzioni. Declina anche il discorso sull'unificazione economica e restano solo in atto le richieste avanzate in favore delle ferrovie, mentre all'inverso nel Piemonte costituzionale l'emigrazione svolge un nuovo ruolo che va considerato contemporaneamente all'evolversi della politica interna secondo direttive liberiste dal 1850 in poi e alla vasta opera di laicizzazione e riorganizzazione dello Stato, in cui viene sottolineata l'azione di Cavour e il suo forte legame con l'Europa, elementi indispensabili per la prospettiva risorgimentale.
Fu solo dopo l'armistizio di Villafranca che furono chiari i limiti della diplomazia e la difesa del movimento nazionale passò alla rivoluzione dei moderati : le annessioni dell'Italia centrale furono pertanto sollecitate dalle classi dirigenti locali e la soluzione unitaria dipese in gran parte dalla scansione dei tempi, essendosi realizzata nel 1860 una soluzione ritenuta ancora utopistica nella primavera del 1859.
Infine Scirocco, soffermandosi sulle fasi finali del processo di unificazione, dai decreti rattazziani del 1859 all'istituzione delle luogotenenze, alla loro abolizione, ai progetti Minghetti delle regioni del marzo 1861, conclude che l'organizzazione dello Stato, soprattutto per l'amministrazione civile, si iniziò all'insegna del provvisorio e si completò sotto l'assillo dell'urgenza <p. 452).
La scelta metodologica ricollega il volume ad una storiografia che ha considerato comunque propulsivo il carattere dello Stato liberale unitario, nonché ad un filone di studi che può avere i suoi lontani precedenti nelle pubblicazioni edite nel primo centenario, nei primi anni '60, attente ai problemi istituzionali, da Caracciolo a Galasso a Candeloro a Ragionieri, ai primi studi di Carlo Ghisalberti sulle amministrazioni preunitarie con taglio storico-giuridico, a quelli della Petracchi sull'ordinamento comunale e provinciale e sulle leggi amministrative di unificazione, di Luzzatto e Schepis sulle consultazioni elettorali, agli studi di Giannini Negli anni 70 la storia istituzionale si è arricchita dei lavori di Maranini sulla storia del potere in Italia e di Ghisalberti sulla storia costituzionale d'Italia che non a caso prendono come punto di partenza ambedue il 1848, degli studi di Cassese sull'amministrazione pubblica, della Zanni Rosiello e di Calandra per il periodo post-unitario, di Roteili, Porro, Tranfaglia e altri che hanno contribuito ad un diverso approccio alla storia delle istituzioni.