Rassegna storica del Risorgimento

ITINERARI TURISTICI RISORGIMENTALI VICENTINI (COLLANA); VICENZA
anno <1991>   pagina <393>
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Libri e periodici
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y franquismo: dos manipulaciones diversas de la ensehanza de la H istoria) e di Juan Carlos Pereira Castanares (Franquismo y democracìa: el desconocimiento de dos historio-grafias contemporaneas). Manca invece qualcosa di equivalente da parte italiana. La relazione anzidetta di Albònico si arresta alle soglie della Guerra Civile: quella di Gabriele Ranzato su La storiografia sulla Spagna degli anni. Trenta si accontenta di rinviare al lavoro di Nanda Torcellan, Gli italiani in Spagna. Bibliografia della guerra civile spagnola (Milano, 1988). Sembra proprio che un casto pudor verginale abbia impedito ai due relatori di menzionare un libro osé come Gli intellettuali e la guerra di Spagna di Aldo Garosci o di considerare la scabrosa realtà del carattere politico anti-fascista di non pochi rapporti storiografici italo-spagnoli dell'ultimo cinquantennio. Peccato perché così questo volume, per tanti versi pregevole e utile, viene ad avere per quanto riguarda l'Italia un carattere curiosamente sbilenco: e sbilenco tutto dalla parte di destra.
GIORGIO SPINI
I Lorena in Toscana. Convegno internazionale di studi (Firenze, 20-21-22 novembre 1987), a cura di Clementina Rotondi (Biblioteca storica toscana. Sezione di storia del Risorgimento, 18); Firenze, Olschki, 19-89, in 8, pp. 282. L. 45.000.
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale sui Lorena, che l'atti­vissima Società toscana per la storia del Risorgimento ha promosso nell'87; la scelta del tema sta a dimostrare che ormai la nostra storia per il conseguimento della nazio­nalità e dell'indipendenza viene studiata a tutto campo, senza più cioè, come ha rilevato Spadolini nella Prolusione, quel confine manicheo o schematico fra il Risorgimento e anti-Risorgimento che ha caratterizzato un certo periodo della vita e degli studi in Italia (p. 5).
Furio Diaz ha affrontato, con la grande competenza che conosciamo, gli anni della Reggenza, concludendo che, se essa non aveva compiuto grandi cose , aveva però, tra l'altro, smosso molti problemi: dal rapporto fra Stato e Chiesa, dalla disponibilità delle terre, dalle istituzioni giurìdiche valide a rendere più efficiente la struttura sociale <p. 30). Da parte sua Adam Wandruszka ha fornito un brillante bozzetto di Pietro Leopoldo, come pure hanno fatto Franz Pesendorfer ed Angelo Varni, rispettivamente con Ferdinando III e con Leopoldo II. L'azione dei patrioti toscanr, dagli esordi della Rivoluzione francese fino al governo dei triumviri , è stata tratteggiata da Carlo Mangio, mentre Danilo Marrara si è soffermato sulla legislazione e sui problemi relativi alla individuazione di quali gruppi sociali della Toscana del Settecento devono essere intesi colle parole nobiltà e patriziato.
Si entra nell'età della Restaurazione con un saggio di Romano Paolo Coppini sui certi dirigenti, in cui vengono presi in esame i funzionari, la legislazione e coloro che detenevano patrimoni di origine commerciale, ai quali sono dedicate alcune pagine tanto più interessanti, in quanto, come sottolinea l'A., ad essi non si è dato il giusto peso neppure in pubblicazioni specialistiche (p. 96). Zcffiro Ciuffolotti ha relazionato sui moderati del Granducato e sul mito Jeopoldino, mentre Ildebrando Imberciadorl si è occupato dell'agricoltura. Alla stampa toscana hanno prestato attenzione Clementina Rotondi e Cosimo Ceccuti; Luigi Lotti ha incentrato il suo contributo su due nodi importanti della storia politica del Granducato: il 184849 ed il decennio preunitario. Completa il volume un'Appendice, in cui Maria Venturi avanza proposte di ulteriori ricerche storiche, con un saggio sulla Comunità del Lorena , e Francesco De Feo pubblica una serie di documenti sugli ultimi anni di Leopoldo II.
Terminiamo col dire che, malgrado si sia di fronte ad un libro a più voci, tuttavia in esso troviamo elementi di omogeneità e stimoli all'approfondimento, perché