Rassegna storica del Risorgimento

ITINERARI TURISTICI RISORGIMENTALI VICENTINI (COLLANA); VICENZA
anno <1991>   pagina <397>
immagine non disponibile

Libri e periodici 397
paziente alla società. In questa ottica il carcere, come luogo deputato all'espiazione e alla guarigione, assumeva un'importanza assolutamente predominante, come in parte già mostrò il codice penale del 1839. Il bagno penale era ancora conservato per i reati più gravi, non punibili con la pena capitale, ma la sua disumanità, unita alla possibilità che offriva ad galeotti di comunicare agevolmente con il mondo esterno, urtava contro le nuove teorie penitenziarie che individuavano nell'isolamento, relativo o assoluto, il principio disciplinare del trattamento repressivo e correzionale della colpa <p. 143). Viaggi di studio, progetti, dibattiti si susseguirono durante gli ultimi anni della monarchia assoluta e i primi anni del nuovo Piemonte costituzionale: il sistema peni­tenziario si venne arricchendo di meccanismi che, escludendo l'afflizione corporale pura e semplice, intendevano sollecitare, con un preciso dosaggio di premi e punizioni, l'interesse del recluso verso un comportamento rispettoso delle regole del carcere. Nei periodici congressi degli scienziati italiani, negli anni Quaranta, si confrontarono i sostenitori dei due modelli di reclusione adottati negli Stati Uniti e nell'Europa pro­gredita, quello filadelfìano , comportante la segregazione cellulare continua dei reclusi, e quello auburniano , che prevedeva l'obbligo del lavoro diurno nel silenzio e la separazione notturna. Quest'ultimo venne introdotto nel regime carcerario piemontese per cui, nota l'A., anche nella prigione, analogamente ad altri istituti diretti ad esercitare funzioni di controllo sociale attraverso l'internamento, il lavoro rappresentò il fulcro in cui si compenetravano i valori di ordine e stabilità che formavano l'ideologia dominante della società sabauda (p. 203). Il lavoro, pertanto, venne imposto in quanto rappresentava la causa e l'effetto, al tempo stesso, della disciplina sociale alla quale si intendeva modellare il detenuto, più ancora che per i suoi risvolti produttivi: Il suo esercizio imponeva ordine nei movimenti ed una concentrazione che allontanava i * fantasmi dell'immaginazione degradata ' del reo, il suo postulato etico legittimava l'inse­rimento e la sottomissione ad una gerarchia (p. 216). In tal modo anche il carcere, come la medicina e la psichiatria contemporanee, si faceva carico, verso i delinquenti e verso la società, di responsabilità più ampie e costruttive di quelle legate alla pura e semplice repressione: il lavoro principio di ogni bene <p. 216) diveniva una vera e propria religione delle prigioni , supremo valore dell'etica borghese trionfante.
STEFANO PARISELLI
GAETANO AMATO, // notaio Libero Serafini martire della Repubblica Partenopea, pre­sentazione di Antonio Cestaro; Salerno, Pietro Laveglia editore, 1990, in 8, pp. 141, con iU. L. 15.000.
Notaio anch'egli (uno di quegli uomini d'ampia e solida cultura umanistica. adusi per formazione e naturale inclinazione ad intendere l'attività professionale quasi come un sacerdozio nei quali ha sovente trovato modo di nobilitarsi l'alta borghesia delle province dell'Italia Meridionale), l'autore dell'agile volume dichiara d'aver soltanto voluto, da semplice appassionato di studi storici, lumeggiarvi la sfortunata vicenda politica e umana di un grande, trascurato e quasi sconosciuto rappresentante del notariato molisano del 700, soprattutto per indicarlo ad esempio di pacata ma inflessibile coerenza ai più giovani colleghi chiamati dai nostri tempi facili a prove molto meno pericolose ed eroiche, e tuttavia dense di significato, come sempre lo sono le scelte dei modelli etici nella concretezza del vissuto quotidiano.
Con un simile intento, sostenuto dall'autorevole posizione di emerito raggiunta dall'Amato! ci si sarebbe potuto attendere uno scritto di robusta retorica e di natura panegiristico-pedagogica. Ci troviamo, invece, al di là delle aspettative, felicemente di fronte ad un bel saggio, equilibrato, asciutto, documentato, nel quale a Libero Serafini. lascialo opportunamente spoglio d'ogni convenzionale aureola di categoria, vengono restituiti i soli contorni e lo spessore assegnatigli dagli avvenimenti che egli visse.