Rassegna storica del Risorgimento
ITINERARI TURISTICI RISORGIMENTALI VICENTINI (COLLANA); VICENZA
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Libri e periodici
affrontare i problemi delle regioni o Stati italiani (p. 11).
Il convincimento che la pluralità e la diversità fossero dati positivi costanti del divenire storico si estendeva in Cattaneo dalla sfera politica a quella psicologica e antropologica: abbiamo, pertanto, un ciclo di conferenze, tenuto tra il '59 e il '66, intorno alla Psicologia delle menti associate , nel quale lo studioso milanese sosteneva che la natura delle idee non è da attribuirsi all'elaborazione autonoma del singolo ma deve farsi risalire al continuo scambio di conoscenze (e di errori) che si fa via via più intenso nel corso delle generazioni. Una tale reciprocità permetteva, dunque, faticosamente ma ineluttabilmente, che si formasse un sapere aperto all'innovazione, alla critica, alla tollerante accettazione della diversità. Come nota giustamente VA. la Psicologia costituisce l'espressione più articolata dell'idea cattaneana che rivoluzione scientifica e progresso democratico fossero termini inscindibilmente connessi, che il dominio della società sulla natura implicasse anche la capacità della scienza di risolvere i problemi della convivenza umana (p. 49).
Questa capacità di cogliere gli aspetti fecondi della diversità si riscontra anche nella presa di posizione assunta da Cattaneo nel dibattito, assai animato negli anni Cinquanta e Sessanta, tra sostenitori della teoria monogenista e fautori della ipotesi poligenista, tra quanti, cioè, affermavano l'unità originaria del genere umano e quanti asserivano, al contrario, la sua derivazione da centri autonomi e differenziati. Lo studioso, coerentemente con le proprie radicate convinzioni, assunse una posizione che può essere definita moderatamente poligenista a proposito dello sviluppo dei vari tipi umani: tuttavia se egli non aveva colto sin dall'inizio le implicazioni di ordine ideologico legate a simili controversie <p. 130) si rese ben presto conto che le ricerche e le classificazioni di alcuni scienziati americani, che iniziavano ad essere note anche in Europa, celavano in realtà una visione razzistica e discriminatoria dalle palesi attinenze politiche contingenti (correvano gli anni della guerra civile negli Stati tJnM) le quali non potevano essere condivise e giustificate. Pertanto, quando Cattaneo intervenne, nel 1862, con un circostanziato saggio sul Politecnico, sulle discussioni sulle due scuole antropologiche, se da un lato espresse la cauta accettazione, come più fondata e plausibile, dell'ipotesi poligenista, dall'altro manifestò nettamente il rifiuto di ogni tentativo di introdurre, ih base ad essa, gerarchie ed ' egemonie ' (p. 136). Troppo netta era in Cattaneo l'idea della necessaria congiunzione di ogni espressione del progresso e della civiltà con la libertà dell'individuo perché potesse lasciarsi indurre a trarre conclusioni inneggianti ad una superiorità di tipo naturale, biologico, di alcuni popoli su altri; conclusioni che pure saranno assai frequenti nella cultura positivistica nel corso degli anni successivi.
Molto interessante appare il capitolo del saggio dedicato alle tormentate vicende della seconda serie del Politecnico, anch'essa solitamente poco studiata in quanto considerata la riedizione meno felice di una formula che aveva conosciuto nella versione precedente ben altra ricchezza e incisività (p. 52). L'editore della rivista, Daelli, approfittò talora della lontananza di Cattaneo da Milano per affermare scelte tecniche e di linea culturale non condivise dal direttore: una situazione che fu fonte di contrasti, spesso aspri, tra i due protagonisti, tanto da indurre Cattaneo, nel 1862, dopo circa tre anni dalla ripresa pubblicazione della testata, ad abbandonare in essa ogni responsabilità attiva, non riconoscendole più quella funzione che si potrebbe dire altamente divulgativa, che egli aveva perseguito nel corso di tutta la sua esperienza intellettuale (p. 83). Cattaneo infatti, nelle mutate condizioni politiche della penisola, che pur segnate dalla conquista piemontese da lui aborrita potevano lasciare spazio ad evoluzioni federali o almeno molto decentratrici, ambiva a contribuire, con la rinnovata serie della prestigiosa rivista, alia creazione di una opinione pubblica borghese progressista, moderna nei programmi politici ed economici, aperta alle scienze e alle innovazioni tecniche. In questa ottica, nota l'A., per Cattaneo l'attività politica perdeva la centralità solitamente attribuitale a vantaggio di strumenti operativi moderni e concreti; la scelta politica diveniva, cioè, la conseguenza, tutta razionale e positiva, di un processo di potenziamento costante di mezzi conoscitivi e operativi della realtà