Rassegna storica del Risorgimento

ITINERARI TURISTICI RISORGIMENTALI VICENTINI (COLLANA); VICENZA
anno <1991>   pagina <410>
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ad una corrente più. o meno marxista , come ha sostenuto Gastone Manacorda, e addirittura decisamente marxista, secondo l'opinione di George D. H. Cole. In realtà tutte queste definizioni sono, per lo meno, fuorvianti. L'Angelini chiarisce, innanzitutto, che motivo ispiratore dell'impegno di Gnocchi-Viani è la lotta al capitalismo. Lungi dall'essere un sistema naturale, come certi apologeti cercavano di sostenere, il capitalismo è, per Gnocchi-Viani, un sistema palesemente assurdo: si accumula capitale per accumulare maggiore capitale. All'interno di questo processo alcuni vivono bene, ma molti altri vivono assai miseramente. Il bilancio del capitalismo si rivela, anzi, ad un calcolo in termini di distribuzione materiale dei beni e di allocazione delle energie, davvero negativo. Allora perché questo sistema è sorto? Forse proprio per garantire agli strati superiori della società un più ferreo dominio. La proprietà capitalista senza il lavoro servo non può esistere , afferma Gnocchi-Viani. Egli nega la possi­bilità di una convergenza tra i criteri di governo della classe al potere e le istanze dei lavoratori, in quanto i governi sono espressione del gramo stato economico della società . Una delle maggiori intuizioni di Gnocchi-Viani è che l'egemonia della borghesia capitalista non è solo di ordine economico, ma anche culturale, perché proprio la cultura che essa ha saputo mettere a punto (con i miti del progresso , della modernità , della meritocrazia ) le ha consentito di porre su basi sicure la sua supremazia economica e politica. Fondamentale diventa, quindi, per il movimento operaio, impegnarsi in un processo di autoemancipazione, altrimenti esso si condanna a vivere in una condizione di sfruttamento e di subordinazione, oltre che materiale, morale ed intellettuale. L'impegno di Gnocchi-Viani per promuovere una specifica cultura proletaria nasce, non a caso, dalla necessità di rispondere a quel proliferare di pubblicazioni, appoggiate dai governi liberali, che tentavano di inculcare nelle masse, sulla scia di quanto era già avvenuto nei paesi anglosassoni, l'ideologia del self-help. Questa con­cezione, isolando gli individui e rendendoli totalmente responsabili del proprio successo o insuccesso, a prescindere dalle circostanze e dai rapporti socio-economici in cui si trovavano inseriti, assolveva di fatto le classi superiori da ogni responsabilità per le condizioni di vita dei ceti subalterni e le esimeva dal promuovere provvedimenti in loro favore. A tutto ciò, Gnocchi-Viani opponeva l'esperienza associativa e la proprietà collettiva. Attraverso di esse la classe operaia può diventare consapevole della sua identità e creare un patrimonio di valori alternatavi all'utilitarismo, all'individualismo e all'egoismo della morale borghese. La prima rivoluzione da farsi è quella che si fa dentro il cervello , sosteneva Gnocchi-Viani, e le Camere del Lavoro, la Società Umanitaria, l'Università Popolare furono le istituzioni da lui pensate e volute per porre i lavoratori nella condizione di acquisire la capacità critica necessaria a formulare giudizi autonomi e di ribattere all'egemonia delle classi superiori. L'operaismo si delineò, dunque, come categorico rifiuto della politica ridotta a puro gioco parlamentare ed elettorale, come ostinata volontà di proclamare subito l'autonomia della classe operaia e di costruire i contorni di una nuova società qui ed ora. A questo impegno Gnocchi-Viani restò fedele sino al termine della sua vita, battendosi per l'affidamento di lavori pubblici a cooperative di operai, per la costruzione di case operaie, per la concessione di aree adibite all'edificazione di Case del popolo, per l'istituzione di forni municipali, per il miglioramento del servizio sanitario. Un simile atteggiamento implicava il rifiuto di ogni schema dogmatico e la volontà di non rassegnarsi a veder rinchiudere il socialismo negli angusti limiti di un'unica ortodossia . Per mezzo del giornale La Plebe e della biblioteca di (propaganda promossa dalla redazione della testata lom­barda, Gnocchi-Viani propose, perciò, al pubblico scrìtti di svariata impostazione. L'interesse era rivolto prevalentemente alle istanze di Pisacane, di Proudhon o alle teorie bakuniinianc, spogliate però di ogni rlvoluzionarismo velleitario. Emergeva, così, l'insofferenza dell'operaismo sia verso il carattere politico-autoritario dcl'Intcrnazionale marx-engelsiana, sia verso l'insurrezionalismo dell'Internazionale anarchica. Gnocchi-Viani sì inseriva, piuttosto, nella scia di quella tradizione libertaria che avrebbe dato i suoi