Rassegna storica del Risorgimento

ITINERARI TURISTICI RISORGIMENTALI VICENTINI (COLLANA); VICENZA
anno <1991>   pagina <411>
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Libri e periodici
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ultimi segni di vitalità nella breve ma significativa alleanza anarco-operaista al Congresso di Genova (1892), estremo tentativo di impedire la creazione di un partito socialista rigido, puntualmente disciplinato e unitario , che prospettasse una battaglia in primo luogo politica per la conquista dei poteri pubblici. Non la questione politica, bensì quella economica era, per Gnocchi-Viani, la sola che poteva stare veramente a cuore agli operai tutti, qualunque fosse il loro paese [...] destinata ad impicciolire ogni altra . Il riscatto delle classi lavoratrici non poteva essere costituito dalla distru­zione e dalla conquista dell'apparato burocratico statale, ma doveva procedere dal basso , puntando a modificare concretamente i rapporti gerarchici basati sullo sfrutta­mento dell'uomo sull'uomo che il capitalismo aveva prodotto.
Un motivo che merita di essere sottolineato è quello delle radici mazziniane del pensiero di Gnocchi-Viani. A questo proposito è stato utile riproporre il saggio Dal Mazzinianesimo al socialismo, nel quale egli addossa la responsabilità dell'evoluzione in senso marxista autoritario compiuta dal movimento socialista in Italia all'incapacità dei seguaci di Mazzini di cogliere i transiti naturali che dal Mazzinianismo conducono al Socialismo . Gnocchi-Viani era entrato nelle file mazziniane nel 1863, unendosi al gruppo genovese raccolto attorno al Dovere. Espulso dieci anni più tardi, rimase tuttavia in lui sempre vitale l'insegnamento di Mazzini. Sosteneva, anzi, di non aver rinnegato mai il pensiero di colui che considerava il suo maestro, ma di averlo approfondito e portato avanti fino alle logiche conseguenze, superando una barriera che, più che da una esplicita volontà di Mazzini, dipendeva solo dalla situazione contingente in cui quest'ultimo si era trovato ad operare e dallo stadio ancora embrionale del processo di industrializzazione italiano nella prima metà dell'Ottocento. Il contenuto sociale del pensiero mazziniano, potrà perciò dichiarare Gnocchi-Viani con la convinzione di non compiere una forzatura, è precisamente il ponte massimo, pel quale molti mazziniani sono già passati al Socialismo e molti altri vi passeranno ancora [...]. Un mazziniano. non foss'altro, sa cosa sia in massima la Questione Sociale e col suo pensiero ne abbraccia tutti i vasti contorni [...]. Per gli altri partiti liberali, la cosa corre assai diversa. Essi abbordando la Questione Sociale vanno incontro quasi inevitabilmente al grave pericolo [...] di isterilirla nella ricerca di nuove forme di beneficenza .
E appunto il venir meno della tensione ideale che aveva animato le prime generazioni di socialisti italiani, tutti di origine mazziniana, costituiva per Gnocchi-Viani la causa principale del ripiegamento del Partito socialista su posizioni riformiste, mini­maliste, compromissorie. L'involuzione subita dal PSI nell'età giolittiana avrebbe con­fermato, ai suoi occhi, la giustezza delle tesi da lui sempre sostenute. L'incontro delle masse con lo Stato, da cui per anni aveva posto in guardia, si era rivelato deleterio tanto per il partito, assorbito dai meccanismi del potere, quanto per le classi lavoratrici, beneficiate con le briciole di misere riforme. La vittoria della linea di Turati, ispirata al modello della socialdemocrazia tedesca, aveva soltanto allontanato il momento del riscatto del proletariato. Ormai vecchio, in precarie condizioni di salute, Gnocchi-Viani lancerà un ultimo appello alle nuove generazioni, affinché non rinuncino alla rivoluzione, pubblicando nel 1911 l'articolo Tre punti di vista su La Soffitta, organo della frazione rivoluzionaria intransigente del PSI, partito cui, nonostante tutto, aveva finito con l'aderire, nell'illusione di poter impedire l'intromissione della politica in quella sfera economica che gli operaisti avevano considerato loro specifico campo di battaglia.
Abbiamo voluto fornire un quadro ampio delle varie tematiche affrontate in questo volume, poiché ci sembra che esse permettano di comprendere il vero carattere del socialismo italiano nel ventennio 1870-1890, prima cioè della definitiva affermazione della linea turatiana. La scelta antologica dei brani risulta, in tal senso, molto significativa, e di ciò va dato atto alla curatrice Giovanna Angelini.
FILIPPO RONCHI