Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; MOTI 1820
anno
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1921
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Luigi Kossufh nel suo carteggio coti Giuseppe Mazzini 65
imnciò con debole voce non molte parole, nelle quali evitò con cura di fare allusioni alla politica." (1)
Tuttavia, come no detto più sopra, il banchetto si tenne la sera stessa della dimostrazione. Dai giornali inglesi fu notato che il nome della regina non "vi fu pronunziato; che non vi furono altri brindisi all'infuori di quello del Presidente, Mi*. Thorn-ton Hunt, che lo fece al popolo, augurando che potesse essere sempre unito in difesa della libertà , e di Mi*. Gerald Masley, che brindò al Kossuth e all'Ungheria, ed aggiunse: Quantunque la Ungheria e la liberta abbiano soccombuto momentaneamente, non bisogna disperar dell'avvenire. E nò meno disperar della Francia, sinché dessa avrà dei figli così gloriosi come Louis Blane, e quel gran vecchio prete Lamennais. E Giuseppe Mazzini, i cui capelli incanutiscono innanzi l'età sotto il peso delle fatiche e delle amarezze, Giuseppe Mazzini rientrerà nella sua patria, ed una grande Repubblica dominerà dalla capitale dei Cesari . (2) Dopo un lungo discorso di Louis Blanc, Mr. Thornton Hunt chiuse il banchetto, leggendo la seguente lettera del Mazzini, che si scusava di non potere essere presente:
Signore,
Il vostro amabile invito mi giunse giovedì assai tardi. M5 incresce che aitai impegni ed altri motivi puramente personali mi impediscono di rispondervi, ma col cuore, coli'anima e colle aspirazioni io sono con voi e con tutti quelli che sostengono il principio contenuto nell'indirizzo di Kossuth, che, cioè, sulla fratellanza dei popoli riposano le speranze della civilizzazione e del libero sviluppo della più nobile facoltà dell'uomo. Una alleanza veramente santa stretta fra le nazioni sulla base della libertà e della eguaglianza pel progresso morale, intellettuale e fisico del
(1) Se per appartenere alla classe operaia egli disse, è d'uopo ossero un nomo i di coi mezzi d'esistenza dipendono dal suo onesto, industrioso lavoro, io Ito il diritto di dirmi operaio. I Mirante tutta la mia vita ho vissuto col frutto dolio mie fatiche: ocoo ciò che mi ha valso la confidenzadel popolo. Iniziato io stesso w suoi bisogni, ai suoi patimenti, io lo conosceva meglio di qualunque altro. Ècco perchè la mia: vfdflf fu consacrata ad assicurare la libertà politica e sociale, non di una razza, non d'una classe, ma di tutto un popolo *>. Unita e Popolo, dell'8 novembre 1851.
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