Rassegna storica del Risorgimento
OSORGIN MICHAIL ANDREEVIC
anno
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1991
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466
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Angelo Tamborra
nabroski (Schizzi di viaggio), rispettivamente Il decimo congresso slavo dei giornalisti e Conclusioni sulla unificazione slava .
Reso omaggio alle capacità organizzative e alla cortesia dei Serbi, Osorgin ridimensiona non poco il significato panslavo del congresso, dove è rappresentata solo una parte della stampa russa, quella che difende la politica di oppressione e di liquidazione forzata dei territori limitrofi, tra l'altro della Polonia . Ed è per lui singolare e commovente sentire dalla bocca di giornalisti di destra parole di fuoco sulla fratellanza e unione delle nazionalità slave . Dunque, totale disaccordo tra i sentimenti ufficiali e la realtà vera, l'ipocrisia slava dei misantropi russi e, per contro, cronici conflitti interni tra gli Slavi. Purtroppo, nessuna parola di conciliazione di qualsiasi uomo riuscirà a placare e a nascondere tali conflitti .
Non vi è dunque da meravigliarsi se nota Osorgin nel secondo articolo su tre giorni del congresso due furono occupati dai discorsi di saluto e il terzo passò nel fumo di relazioni prive di contenuto . E questo era solo l'antefatto di quanto sarebbe avvenuto al termine delle guerre balcaniche.
Di lì a pochi mesi, quasi certamente dopo un periodo di lavoro trascorso in Italia, a Roma, Osorgin è di nuovo sul terreno balcanico, questa volta al fronte di Adrianopoli, assediata dalle forze collegate di Serbi e di Bulgari. Qui scrive egli sul Vjestnik Evropy del dicembre 1912 nelle sue cronache l'orrore della guerra si sente particolarmente forte... Il lettore russo cerca notizie sui giornali, le vittorie Io entusiasmano, lo affliggono le sconfitte e spesso dimentica che la vittoria e la sconfitta sono la stessa cosa, che la vittoria porta vittime anche al vincitore, non solo al vinto . Di qui la conclusione ultima che gli sgorga dal profondo dell'animo, dopo aver visto i soldati immersi nel fango e che per giorni interi stanno nelle trincee piene d'acqua ... No, la guerra non è, né può essere, bella ed il suo effetto è una insana sensazione. Dio voglia che finisca presto e che il suo risultato non sia la fioritura del nazionalismo che grida: tutto a noi e tutto attraverso noi... .
Né allora né poi l'auspicio di Michail Osorgin attento testimone della storia troverà soddisfazione.
ANGELO TAMBORRA