Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; MITTELEUROPA (IDEA)
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1991
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L'idea di Mitteleuropa
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Che quella unità plurinazionale della Monarchia degli Asburgo potesse esser conservata nei secoli degli Stati dinastici sino a dopo la fine del Settecento e il ventennio napoleonico non suscita meraviglia. Le riforme teresiane e giuseppine ne avevano rafforzata la coesione, l'avevano ammodernata rispetto ai tempi, anticipando in alcuni settori quelle che sarebbero state poi le innovazioni rivoluzionarie. I domini degli Asburgo apparvero ai loro popoli quali un usbergo contro la rivoluzione, terra d'ordine e di buona amministrazione.
Ciò che potrebbe meravigliare invece è il fatto che quel singolare Stato plurinazionale abbia vigorosamente resistito lungo tutto il periodo del romanticismo e delle aspirazioni all'indipendenza nazionale, sì che solo una guerra a fine della quale non si spostarono solo i confini territoriali di alcuni Stati, ma si ridisegnò l'intera carta politica d'Europa, valse a distruggerlo.
La pubblicistica politica, liberale e nazionale, dalla Conferenza di Karlsbad del 1819 a quella di Versailles del 1919 accentuò in modo martellante quel che divideva e contrapponeva popoli e nazioni all'interno della Monarchia; e ugualmente fece in massima parte la storiografia degli Stati successori dell'Impero austro-ungarico dopo la fine della prima guerra mondiale, quasi alla ricerca di una legittimazione storica per il loro essersi costituiti. Ma v'era stato e v'era anche molto di comune tra quei popoli di diversa lingua e nazionalità che si (mantenne sino all'inizio della guerra e non solo tra i ceti conservatori, ma anche tra quelli progressisti. La stessa socialdemocrazia austriaca nel 1899 al Congresso di Brno spingeva le sue richieste sino a una nuova struttura interna dell'Impero, con il potenziamento delle autonomie dei Reiche und Lander e l'avvio ad una costituzione federale di esso, ma non postulava affatto la sua dissoluzione. Non insisteremo oltre su questo -tema, perché noto e perché già tanto acutamente esplorato da Agnelli,3) ma ci piace ricordare ancora che per il suo lealismo all'Impero la socialdemocrazia austriaca era polemicamente e ironicamente chiamata la i.r. socialdemocrazia .
In estrema sintesi si può dire che pur nell'attivismo e nella vivacità incessante delle correnti e dei partiti politici dell'Impero la tendenza predominante fu quella di modificare il sistema dei rapporti interni alla Monarchia degli Asburgo, non di dissolvere e cancellare il sistema dalla realtà storica europea nel secolo che intercorse dal Congresso di Vienna alla prima.guerra mondiale. L'opposizione veniva esercitata contro i governi che via via si succedevano nel tempo, non contro lo Stato. Plurinazionale, plurilinguistico, pluriconfessionale com'era, esso continuò ad essere accettato nell'opinione comune in tutti, i ceti sociali, rurali e cittadini, tra la borghesia impiegatizia, economica ed intellettuale, tra il clero e la nobiltà. Non tanto paradossalmente si potrebbe dire che al di sopra delle aspirazioni nazionali dei singoli popoli dell'area asburgica e dei loro patriottismi particolari serpeggiava un patriottismo mitteleuropeo che in concreto coincideva con la tradizione della diversità nell'unità della Monarchia degli
3) ARDUINO AGNELLI, Questione nazionale e socialismo, Bologna, 1969.