Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; MITTELEUROPA (IDEA)
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1991
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473
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L'idea di Mitteteuropa 473
matore per la razionalizzazione delle istituzioni promosso da Maria Teresa e da Giuseppe II, rivolto a superare i vecchi frazionismi di origine medievale pur nel rispetto delle differenze delle varie parti della Monarchia. Il diritto storico in cui egli riconosceva l'elemento originario di quel vincolo, non si riduceva a quello brutale del possesso territoriale legittimato dall'eredità dinastica che sarebbe affare di sovrani non di popoli ma la realtà storica in se stessa in cui le genti della Monarchia eran convissute. Egli riteneva che diverse per origine, si sentissero unite per il desiderio di essere governate con equità: unite nel pensiero e nell'azione, soggette allo stesso destino, da secoli fuse in nazione, come dure prove avevano ratificato agli occhi del mondo.
Nel Vormarz il mastice dell'edificio mitteleuropeo poteva essere ed essere attribuito al prestigio e ai poteri della Casa d'Asburgo che deteneva ancora un'influenza istituzionalizzata sulla Germania: il risveglio romantico delle nazionalità in senso risorgimentale stava avviandosi e, indubbiamente, la tradizione del passato era un fattore di continuità anche nei confronti delle nuove concezioni che stavano sorgendo. Ma anche dopo il '48, dopo il '61 quando si aprì nella Monarchia l'era costituzionale, dopo l'Ausgleich del '67 tra Austria e Ungheria, e anche in prossimità dell'insorgere degli irredentismi nazionali italiani, slavi e magiari, quell'edificio si conservò non solo per il prestigio e la forza della Dinastia. U Reichsrat di Vienna, un unicum nella storia europea, plurinazionale e oiistilingue com'era, e le Delegazioni miste della Cisleithania e della Transleithania, raccoglievano le espressioni legittimate delle singole nazionalità. Ivi sedevano i rappresentanti di una piccola Europa già integrata, della Mitteleuropa, di originaria formazione dinastica è vero non democratica, ma già dagli anni 73 eletti a suffragio diretto, e dopo il 1906 a suffragio universale. Ivi si misuravano e si confrontavano, nei dibattiti e nelle decisioni, frazioni del mondo tedesco, frazioni del mondo slavo e frazioni del mondo latino. Negli inevitabili contrasti di aspirazioni e di interessi, il dialogo si imponeva naturale e necessario, e con esso il metodo della mediazione.
La vecchia Vienna era oltrepassata ormai in forza economica e militare dalle altre capitali europee, prima fra tutte Berlino. E anche politicamente aveva cessato d'essere il centro d'Europa: il Congresso del 1815 si era tenuto a Vienna, quello del '56 a Parigi, quello del '78 a Berlino, con significativi spostamenti nella scelta delle città che sarebbero state e che furono sedi delle grandi assise internazionali. Ma Vienna restò il centro gravitazionale di una Mitteleuropa che aveva una sua triplice consistenza: istituzionale, culturale ed economica.
Il vasto territorio della Monarchia aveva infatti una completezza economica di produzione di beni e di mercati interni, risultante dalla saldatura del settore agrario con quello industriale, supportata dalla rete di comunicazioni terrestri viarie e ferroviarie e dalla apertura ai traffici marittimi con i suoi porti adriatici capaci di interrelazioni col Mediterraneo e l'Oriente.
La Mitteleuropa ebbe anche una sua cultura, vaga, indefinibile, transpolitica, che trovò la sua massima espressione nella letteratura e nell'arte a cavallo dei due secoli XIX e XX, quando sull'Europa si addensavano già le nubi dei nazionalismi e degli imperialismi e si avvicinava la crisi