Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; MITTELEUROPA (IDEA)
anno <1991>   pagina <484>
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Umberto Corsini
gioseffino di fine Settecento che aveva anticipato il contenimento e il controllo dei poteri e privilegi del clero regolare e secolare, quel conte­nimento che in Italia, ad esempio, si avviò con l'azione legislativa e la politica di Siccardi e di Cavour negli anni '50 dell'Ottocento. Quando furono approvate le Leggi di Maggio in materia confessionale e scola­stica, nel 1868, che abrogavano vetusti diritti e varie forme di influenza e controllo che le Chiese esercitavano nel campo della pubblica istruzione, il governo di Francesco Giuseppe non esitò a resistere alla controffensiva cattolico-clericale facendo imprigionare il vescovo di Linz, F. G. Rudrigier, come il governo piemontese nel '50 aveva fatto imprigionare l'arcivescovo di Torino, Fransoni. Il regime concordatario tra Impero e Santa Sede attivato nel 1855 non durò che pochi anni: già all'indomani della procla­mazione del dogma dell'infallibilità pontificia iniziarono le pressioni perché il governo di Vienna si liberasse dai vincoli concordati: la Convenzione del '55 fu infatti congelata nel luglio del 70 e fu revocata poi, nel 74, la Patente imperiale che l'aveva approvata, con la motivazione che nel frattempo una delle parti contraenti, il Papato, era venuta modificando la sua natura giuridica. I vincoli convenuti con quella parte, dichiaratasi poi infallibile se pur solo in materia di fede e di morale, non potevano non tradursi in limitazioni della libertà dello Stato e dell'azione di governo. La politica liberale in materia di rapporti Stato-Chiesa proseguì d'allora in poi ancor più speditamente con le altre leggi confessionali nel marzo-maggio 1874.
Ma anche nel campo delle istituzioni democratiche e sociali, dopo la Patente imperiale del febbraio 1861 che, chiudendo definitivamente le epoche dell'assolutismo e del neo assolutismo, istituiva il Parlamento, il progresso seguì nella Cisleithania tempi non ritardati rispetto a quelli di altri paesi, Italia quivi compresa. La svolta decisiva si ebbe, a nostro avviso, con la riforma del 1873 che sottraeva alle Diete dei Lander (sedi queste di più facile deviazione in senso Iocalistico dei grandi problemi politici e sociali) l'elezione dei deputati alla Camera di Vienna e la affidava in via diretta agli elettori. E dopo progressivi allargamenti del corpo elettorale parallelamente a quel che avvenne in Italia si giunse con la riforma Beck del 1906 ad adottare il suffragio universale, sette anni prima della riforma Giolitti.
Il mondo della Mitteleuropa, più quello della Cisleithania invero che quello della Transleithania, aveva dunque anche le sue duci di progresso liberale e democratico, e con le leggi costituzionali del dicembre 1867 si era dato un complesso di norme fondamentali garanti dei diritti della persona e delle Nazioni o frazioni di Nazione.26) Ma l'obiettiva immagine di quel mondo restò oscurata da quella dell'Austria dei primi sessant'anni del secolo XIX e restò sottesa, come lo restò la funzione che quell'Austria assolveva nell'equilibrio politico territoriale europeo.
26) Ci riferiamo in modo specifico all'art. 19, ma a tutto lo Staatsgrundgesetz del 21 dicembre 1867 sui diritti dei cittadini dei territori della Cisleithania rappresentati nel Reichsratn,