Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; MITTELEUROPA (IDEA)
anno <1991>   pagina <485>
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L'idea di Mitteleuropa j485
La Mitteleuropa delle istituzioni fu frantumata e fatta esplodere da un tutto in molteplici parti; non solo però a causa dei pregiudizi massonico-liberali né solo per le scelte di coloro che dettarono la pace di Versailles e di Saint Germain-en-Laye, ma anche per forze endogene ed impulsi centrifughi dei popoli dell'Impero di nazionalità non austro-tedesca. Questi impulsi non erano di data recente: erano un passo in avanti sulla strada che dalla rivendicazione di maggiori autonomie, come tra i Cechi del '48, già nel '48 aveva portato alla rivendicazione dell'indipendenza, come fra i Magiari. La guerra del 14-'1.8 inizialmente aveva avuto come prima con­seguenza quella di rinforzare il senso dell'unità nella Monarchia, ma poi le dure prove alle quali i popoli furono sottoposti smorzarono via via quel senso e ripresero vigore invece le tendenze centrifughe.
La guerra colse la Mitteleuropa, quella istituzionalizzata nell'Impero, mentre era ancora in fase di assestamento interno: i problemi di politica estera e le urgenti necessità militari accantonarono o congelarono quelli di politica interna, ed anche il metodo della mediazione che era stato Tasse portante di quel mondo plurinazionale dovette cedere di fronte al metodo dell'uniformazione e dell'ordine tenuto ad ogni costo per la con­duzione della guerra. Lo stesso Parlamento, quell'unicum di cui abbiamo detto, dove era possibile la mediazione tra i gruppi nazionali non si riunì dall'inizio della guerra se non nel maggio del 17, quando fra l'altro, era scomparso già Francesco Giuseppe. I Comandi militari, sempre in nome della necessità del tempo di guerra, si erano consentiti di entrare burbescamente nel merito di questioni proprie delle nazionalità minori­tarie, con disposizioni che ne ferivano il sentimento e la cultura.
Quali ideali e quali progetti di riorganizzazione dell'assetto politico territoriale europeo e mitteleuropeo potevano avere la forza di imporsi nella pubblica opinione, nei circoli politici e nelle sedi diplomatiche se non quelli di consegnare ogni -Nazione alla sua indipendenza, ogni frazione di Nazione allo Stato nazionalmente omogeneo e di tentare di commassare gruppi nazionali adiacenti e linguisticamente coerenti in Stati di nuova fattura? Era una via quasi obbligata dopo che Cechi e Slavi del sud e Magiari si erano venuti orientando in quella direzione.
Ciò nonostante nella Cisleithania la posizione dei Magiari e del­l'Ungheria era più nettamente separatista da Vienna si ebbe fino all'ul­timo la coscienza che bisognava pur ricercare una soluzione unitaria per i popoli della Mitteleuropa e quella soluzione era indicata in una fede­razione di gruppi nazionali nella quale nessuno di essi prevalesse sugli altri. La dichiarazione di Praga del maggio 1918 è precisa in tal senso e supera anche i postulati di Brno perché ipotizza quella federazione non più come un riassetto interno all'Impero proposta che sarà poi avanzata nel Manifesto ai popoli della Cisleithania lanciato da Carlo d'Asburgo il 17 ottobre ma come il risultato di un'operazione di convergenza su basi democratiche dei popoli interessati che avevano alle spalle secoli di comune convivenza.
Premessa condizionante era che si eliminasse ogni ipoteca sull'auspi­cata federazione non solo della dinastia degli Asburgo e del piccolo gruppo austriaco, ma di ogni forma di teutonismo quale aveva chiaramente individuato il Metternich già nella citata memoria del 1848.