Rassegna storica del Risorgimento
SALMONA AURELIO CARTE
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1991
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Aurelio Salmona triestino
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che gli emigrati cito le parole testuali del documento accorrendo là dove sarà maggiore il pericolo e prestando opera pietosa, intelligente ed efficace sapranno conquistare alla causa di Trieste un titolo di più alta simpatia dei liberi fratelli d'Italia.
Sempre ad Aurelio Salmona si rivolse, nei momenti cruciali, Matteo Renato Imbrìani, certo della sua riservatezza e per la fiducia completa che aveva in lui. L'archivio conserva ancora un'interessante affettuosa e copiosa corrispondenza, valida a testimoniare l'amicizia profonda dei due patrioti, cementata dalla comunanza degli ideali a tal punto che indussero persino l'Imbriani a non chiamarsi, rispetto al Salmona, conterraneo di Napoli bensì ora e sempre tuo conterraneo di Trieste, come risulta da una sua lettera del 9 ottobre 1878. A questo proposito mi permetto di dire a chi avesse piacere di leggere questa corrispondenza che essa è stata pubblicata, per volontà del sen. Giovanni Spadolini, sulla Nuova Antologia (ottobre-dicembre 1987 e gennaio-marzo 1988).
Importanza storica sempre più decisiva venne assumendo mio nonno in relazione alle circostanze politiche che via via maturavano; si era, infatti, alla vigilia del Congresso di Berlino e si riaccendevano, purtroppo invano, le non mai sopite speranze di redenzione nel cuore di tutti i patrioti, che in quella conferenza auspicavano un dibattito sulla questione triestina. Quell'entusiasmo si manifestò con un'agitazione delle province irredente così vigorosa da trovare eco gagliarda presso le sedi governative presso la Corona e segnatamente presso il Parlamento, perché, e questo lo scriveva ai giovani del nuovo Comitato della Giovine Trieste Aurelio Salmona, quattro anni prima del martirio di Oberdan, nessun paese potrà mai liberarsi senza vittime, senza martiri e senza sacrifici di maniera .
È utile ricordare a questo punto che, mentre il ministro Corti già sedeva come rappresentante dell'Italia al Congresso, una commissione di deputati addirittura fanatici della nostra questione e di patrioti di ogni colore politico capeggiati dal gen. Avezzana, otteneva, il 21 giugno 1878, un colloquio privato con l'allora presidente del Consiglio, Benedetto Cairoli, per presentargli un memoriale a nome del Comitato triestino-istriano, nel quale si esprimevano le aspirazioni dei paesi irredenti e la possibile soluzione della questione triestina nel quadro della unità italiana. Con grande interesse il Cairoli ne prese atto, dopo avere esposto un quadro completo della situazione politica, rassicurò i convenuti dicendo: Nel giorno nel quale io vedessi non poter più seguire questa condotta e che il Governo dovesse fare qualche atto contrario ai sentimenti più generosi della Nazione, io non esiterei ad abbandonare il nostro posto di Ministro, prendendo anche un fucile per seguirvi là dove si difenderà la nostra Patria e si rivendicheranno i nostri diritti. Di tale colloquio, sconosciuto a coloro che si sono interessati alla storia di questo periodo, il Salmona ha lasciato nel suo archivio una documentazione significativa. Rappresentante, insieme al Popovich e al Bruffel del Comitato triestino-istriano, scrisse di suo pugno come si era svolto il colloquio.
Leali, veramente nobili e rette erano le parole pronunziate da Benedetto Cairoli, ma, ahimé, non dissipavano tutte le nubi e le incertezze del momento politico; quanta ansia agitava ancora il cuore di tutta l'emigrazione giuliana, istriana e trentina nel Regno! Ne è una prova il fatto