Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <493>
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Aurelio Salmona triestino
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redattore del periodico Lucifero, lo accolse e l'ospitò. A questo punto sarà bene mostrare tutte le responsabilità organizzative che pesavano sui componenti la sede centrale del Comitato della Giovine Trieste in Roma nei riguardi degli emigrati: non si trattava semplicemente di fornire loro un primo o secondo sussidio di 25 o 30 lire in attesa che fossero arruolati nell'esercito italiano come tanti desideravano o di trovare, a seconda delle capacità o degli studi di ognuno, una sistemazione per provvedere al loro sostentamento; si trattava anche di sostenerli spiritual­mente e moralmente perché riuscissero a superare il dolore del repentino distacco dalla terra natia e ad inserirsi in una nuova società nella quale talvolta la difficoltà di penetrazione era accresciuta dalla loro timida e innata ritrosia.
I componenti del Comitato di Roma in special modo non si stan­cavano di premere con solerzia e coraggio sulle autorità prefettizie delle singole province perché si affrettassero a concedere i sussidi stanziati appositamente per gli emigrati privi di sussistenza al punto da patire la fame; lo si legge nelle istanze al ministro degli Interni.
II Salmona non si rifiutò mai di adoperarsi con tenacia ed ostinazione in tal senso. Una nota di merito in questo lavoro va attribuita al Comitato di Ancona, sostenuto da Domenico Barilari, in collaborazione con il deputato Augusto Elia.
Non si deve però credere che l'opera di mio nonno fosse approvata incondizionatamente. In una lettera a Giuseppe Picciola, Albino Zenatti riconosce i meriti del 52 (numero con il quale si identificava Aurelio Salmona) quando scrive: È una persona che nel Regno ha grande influenza e al quale la causa nostra deve molto e la * Giovine Trieste ' moltissimo; insieme a Salomone Morpurgo, si dichiara dimissionario dal Comitato triestino-istriano, e accusa il Salmona di aver fatto 'un tale monopolio del movimento a Trieste e nel Regno da aver procurato a sé, e quindi al Comitato medesimo numerosi e violenti nemici, paralizzando le forze della Giovine Trieste ' .
Ma è il momento che io vi parli di altri documenti di notevole importanza. Ho già riferito che nel luglio 1878 sbarcò in Italia Guglielmo Oberdan. La presenza in terra italiana di colui che diverrà il martire più autorevole e glorioso dell'irredentismo coincise con quell'ondata di meetings e discorsi nelle principali città d'Italia, come Napoli, Ancona, Cesena, Forlì, Torino, che per protesta ai risultati del Congresso di Berlino, furono organizzati sulla base del principio di far sacrificio di ogni riguardo di partito di fronte al grande vantaggio che alla causa di Trento e di Trieste poteva arrecare una vera e solenne manifestazione di popolo.
Interprete di questi sentimenti può senza dubbio considerarsi l'Ober­dan che, frequentatore assiduo dello studio di via del Corallo, in cui si estrinsecava la straordinaria attività spirituale e morale del Salmona, ne assorbì l'atmosfera ardente e ne tradusse gli effetti in documenti che vanno a rischiarare un periodo della vita del martire rimasto nell'ombra per forza di circostanze: i quattro anni vissuti a Roma sono la testi­monianza più vera dei rapporti diuturni e profondi che legavano l'Oberdan al Salmona. Di due lettere, inviate da Roma rispettivamente in data 21 agosto e 13 settembre 1878, desidero parlarvi: una è diretta a Aurelio