Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <494>
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Aurelia Pontecorvo
Salmona, l'altra al tenore Menotti Delfino, grande amico dell'Oberdan. La prima, scritta appena dieci giorni dopo il suo arrivo nella capitale italiana, offre un .particolare strano e significativo: è stilata su carta intestata dello stesso aw. Salmona. Il che farebbe pensare che Oberdan fosse in via del Corallo.
Pregiatissimo Signor Avvocato, mi getto ai suoi piedi [...] implorando grazia [...]. Non mi tenga capace a rimanere così lungo tempo in silenzio o per pigrizia o altra causa consimile, no, l'attesa di una pregiatissima sua, l'incertezza del di lei arrivo prossimo o remoto, e (dicendolo a bassa voce) la mancanza di francobolli m'indussero a tacermi. Meno male che la sua mano benigna si stende già su me a darmi l'amichevole assoluzione. Grazie. Grazie infinite poi le rendo per aver pensato ad inviarmi gli angeli della consolazione, proprio nel momento in cui quelli della disperazione m'assalivano da ogni parte ancora una volta grazie . Da quando Ella ci ha lasciati non m'ebbi più notizia alcuna in nessun senso Il Signor Capitano [si allude a Giovanni Bruffel] non l'ho veduto che due volte soltanto e non seppe dirmi nulla su certi propositi.
Per me credo che a Lei potrebbe attagliarsi per bene quel detto: Moi je suis Rome. Via Lei, Via la vita! È perciò ch'io sospiro il di Lei caro ritorno e spero fra non molto di stringerle con deferenza la mano.
Si può senza meno affermare che né fiducia né devota solidarietà vennero mai meno in Aurelio Salmona neppure nei momenti più angosciosi dell'eroica impresa oberdaniana.
Ricorderò ora la seconda lettera cui dianzi ho fatto cenno: una lunghissima missiva che riempie fittamente le quattro facciate di un foglio commerciale. Mi limiterò a farvi conoscere l'ultima parte nella quale l'Oberdan, seguendo il pensiero di Mazzini per una Europa in pace ed unita afferma:
Pace vi sarà soltanto quando, dirozzate per opera di incivilimento, si fonderanno tutte le Nazioni, dimenticando gli odi e le sevizie antiche per non pensare che al progresso e a cultura sempre crescenti [...]. Bisogna esser liberi da ogni ingiustizia e vedere onorato e rispettato il proprio diritto-Anche dopo la morte di Guglielmo Oberdan il patriottismo di Aurelio Salmona trovò forme veramente insolite di affermazione. Ne è un esempio l'episodio di cui parla Gian Francesco Guerrazzi nel suo libro sull'irre­dentismo, riguardante una lapide in memoria del martire. L'Università di Roma presso cui egli era stato studente e di cui era purissima gloria non -lasciò mai cadere nell'oblio la ricorrenza del suo eroico sacrificio. Quando, per le conseguenze della Triplice Alleanza, oramai operante e repressiva dopo il 1882, tale anniversario non potè più essere celebrato a voce spiegata, la Sapienza svolse la cerimonia commemorativa entro le proprie mura alla presenza dei soli giovani studenti. Ebbene, cito direttamente il Guerrazzi:
Nonostante la proibizione la mattina del 20 dicembre di uno di quegli anni, quando la scolaresca si addensò sotto i portici dell'Università per la consueta annuale cerimonia commemorativa trovò con generale sorpresa che la lapide di Oberdan era sòlidamente murata al posto da tempo prescelto. Il colpo era stato compiuto mercè le premure e il danaro di un Uomo il cui nome rispondeva