Rassegna storica del Risorgimento
SALMONA AURELIO CARTE
anno
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1991
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495
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Aurelio Salmona triestino
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al triestino Aurelio Salmona. E non fu lieve meraviglia per tutti che quella sacra circostanza ponesse finalmente in primo piano, facendolo uscire dall'ombra in cui si era gelosamente celato, il nome di Aurelio Salmona; quale grande patriota.
Quando, immediatamente dopo il sacrificio di Oberdan, i tempi mutarono, quando purtroppo odiose persecuzioni ed ancor più odiosi processi, delusioni e sconforto cominciarono a coercire l'irredentismo e di esso i suoi più nobili propugnatori ed agitatori, allora divenne molto chiaro lo scopo che l'Austria con la Triplice Alleanza si era prefissa: promuovere quella collaborazione diretta tra le due polizie che il governo Depretis aveva così ingenuamente consentito.
Vittima, fra le più bersagliate, fu proprio Aurelio Salmona: di necessaria conseguenza dovette mutare anche la sua attività, assumendo forme più meditate e intime. Alle imprese febbrili degli anni precedenti seguì un periodo di pensoso raccoglimento rivolto alle intimità familiari di cui sino ad allora aveva fatto sacrificio. Una nobile pagina del suo epistolario ci permette di cogliere quale fu la genesi del sentimento che lo indusse ad orientarsi verso la formazione di una famiglia sua propria, cui riconosceva il germe mitico della Patria. Ascoltiamo ciò che egli dice alla sorella Sofia a Trieste:
10 sento vivissimo, cara la mia Sofia, il bisogno di affetto e chissà che non l'abbia anche trovato, ma è tanto tormentato l'animo mio dall'ansia di vedere libera la mia terra che questo prepotente sentimento non crederlo tanto nobile ma forse egoistico fino a un certo punto e appassionato, se non arriva a soffocare gli altri sensi dell'animo ne impedisce però lo svolgimento. Forse una soluzione possibile potrebbe essere una donna che conciliasse le due esigenze, dello spirito domestico e dello spirito patriottico, ed io ho troppa alta stima della donna per credere che non ve ne siano di tanto elevato sentire.
Ed egli trovò la donna dei suoi ideali, la incontrò e ne fu orgoglioso: fu nonna Camilla, la vedova del patriota garibaldino Giovanni Pantaleo, Camilla Vahè, già madre di tre bambini che mio nonno amò teneramente come suoi veri figli.
Ma dolori amari e profondi lo attendevano dopo il tentativo vano e infelice dell'impresa oberdaniana. Egli seppe resistervi con la forza del suo animo generoso e intrepido che non riuscirono a domare né le numerose perquisizioni né l'improvviso arresto a Viterbo, né quello del fratello Giuseppe, avvenuto a Trieste il giorno dopo l'arresto di Oberdan a Ronchi.
Sopportò tutto con grande coraggio, ma un tormento gli rose l'animo fino alla fine dei suoi brevi giorni: l'intuizione, divenuta poi certezza, che nel piano dell'azione di Oberdan fosse intervenuta l'opera di una volgare spia, individuata nell'avv. Giuseppe Fabris-Basilisco.
11 Salmona venne persino sospettato, come risulta da una nota diplomatica del ministro degli Esteri austriaco Kalnolki al nostro ministro degli Esteri Mancini, di aver redatto nel 1884 il testo dell'orazione, fremente d'amor patrio, pronunziata dal sen. Tecchio, quale Presidente del Senato per commemorare il poeta Giovanni Prati. Per cui l'Austria