Rassegna storica del Risorgimento
SALMONA AURELIO CARTE
anno
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1991
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pagina
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502
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Libri e periodici
Rosario Romeo, nell'affrontare il grande e spinoso problema dell'accumulazione del capitale nell'agricoltura, pur convinto che non alla statistica ma alla storia va chiesta la soluzione dei nostri problemi, non ha forse sostenuto che un' approfondita visione storica può porre alla indagine economica e statistica i nuovi problemi su cui poi essa eserciterà la sua tecnica raffinatissima ?
A noi pare si possa concludere che la storia per il proprio progresso non possa davvero prescindere dalla statistica, intesa nel senso di Romeo: difficilmente il discorso potrà essere condotto a un grado sufficiente di approfondimento, fino ad affrontare i nessi fondamentali del processo storico, se non si adoperano taluni concetti elaborati dalla moderna teorica economica .2)
VINCENZO G. PACIFICI
PAOLO ALVAZZI DEL FRATE, Le Istituzioni giudiziarie degli Stati Romani nel periodo napoleonico (1808-1814); Roma, Euroma, 1990, in 8, pp. 259. S.p.
Paolo Alvazzi Del Frate studia da tempo la storia giuridico-istituzionale del periodo rivoluzionario e napoleonico. Dopo numerosi saggi è uscito nel 1989 con il volume Roma e la Rivoluzione francese. L'ottantanove e il giornalismo politico romano edito da Euroma. Nel '90 ha pubblicato quest'ultimo lavoro ampliando ed approfondendo il suo ambito di ricerca.
L'opera si propone di analizzare il sistema istituzionale francese nei territori dello Stato Pontificio dall'occupazione del 1808 alla caduta di Napoleone, esaminandone le applicazioni e le ripercussioni in uno Stato arretrato dal punto di vista giuridico e istituzionale, che era uscito praticamente indenne dal periodo del riformismo illuminato. L'autore, basandosi sull'esame di un'ampia documentazione, raccolta in numerosi archivi italiani e francesi, pone l'accento sull'importanza della riforma giudiziaria nel processo di affermazione dello Stato di diritto per addentrarsi poi sugli effetti sconvolgenti che ebbe per l'organizzazione statale pontificia ancora legata alle tradizioni feudali.
Lo studio prende il via dal periodo dell'occupazione di Roma, caratterizzato da una profonda confusione istituzionale che termina col decreto imperiale di annessione della città e dello Stato, pubblicato il 10 giugno 1809. Fu quindi istituita una Consulta romana con il compito di eliminare tutto ciò che restava del potere pontificio e di introdurre il sistema giuridico francese elaborato negli anni della Rivoluzione. La Consulta provvide anche alla divisione territoriale degli Stati romani nei Dipartimenti del Tevere e del Trasimeno con i loro Circondari, mentre Roma rimaneva Città libera e imperiale.
Dopo aver sciolto la Camera Apostolica il 15 giugno 1809, la Consulta il 17 dello stesso mese stabilì i criteri con i quali si sarebbe organizzata la giustizia; vennero soppresse tutte le magistrature pontificie e istituite le nuove: la giustizia civile fu affidata ai Giudici di pace, ai tribunali di prima istanza, ai tribunali di Commercio e ad una Corte d'Appello a Roma; per la giustizia penale vennero previsti tribunali
2) R. ROMEO. Risorgimento e capitalismo, Bari, Laterza, ed. 1970, pp. 103-104.