Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <505>
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Libri e periodici
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Torino, 1968, voi. II, pp. 121-183) tracciato, ormai è trascorso quasi un quarto di secolo, da Gian Mario Bravo. Di quel ritratto biografico il lungo saggio introduttivo che precede il presente epistolario <pp. 7-74) costituisce indubbiamente una valida integrazione e, se non è troppo azzardata l'affermazione, anche la prosecuzione ideale; né, del resto, ci si poteva attendere di meno da una ricercatrice valida qual'è indub­biamente Paola Casana Testore, profonda conoscitrice del Petitti di Roreto, da lei studiato soprattutto attraverso il ricchissimo materiale documentario di cui il volu­minoso carteggio qui presentato costituisce solo una minima parte. Il resto, purtroppo, è e rimane a tuttoggi ancora inedito.
Ma volendo entrare, sia pure brevemente, nel dettaglio dell'epistolario, va sotto­lineato che esso va distinto nettamente in due parti, variando tanto nel contenuto che nella forma al mutare del destinatario. Sebbene l'argomento più ricorrente rimanga quello, per così dire, di carattere carcerario, le lettere offrono tuttavia due spaccati diversi, parimenti interessanti, su altrettante realtà ben distinte. Attraverso la lettura delle missive indirizzate a Luigi Nomis di Cossilla, amico e confidente del Petitti, non è difficile ricavare ampie descrizioni della società piemontese della Restaurazione (l'epistolario è, infatti, circoscritto agli anni compresi tra il 1-815 ed il 1847, con un'unica eccezione datata 1849), da cui è possibile dedurre aspetti e riferimenti di carattere sociale, ma soprattutto politico. Nelle lettere al Mittermaier, invece, ciò che desta maggiore impressione è lo spessore culturale che contraddistingue i due protagonisti, soggetti attivi di un ampio e polemico dibattito sull'organizzazione carceraria che è più che lecito definire di livello europeo, perché tale fu la statura intellettuale del piemontese Carlo Ilarione Petitti di Roreto.
VINCENZO FANNINI
Ingegneria e politica nell'Italia dell'Ottocento: Pietro Paleocapa. Atti del Convegno di studi promosso a ricordo del Centocinquantesimo anniversario di rifondazione dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e nella ricorrenza del Bicentenario della nascita di Pietro Paleocapa (Venezia, 6-8 ottobre 1988); Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 1990, in 8, pp. 556. S.p.
Il volume contiene gli Atti del Convegno di Studi, svoltosi a Venezia dal 6 all'8 ottobre 1988, promosso a ricordo del centocinquantesimo anniversario di rifondazione dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e nella ricorrenza del bicentenario della nascita di Pietro Paleocapa. Diciamo subito che la maggior parte dei saggi si riferiscono all'opera tecnica di Paleocapa, cioè alla sua attività di ingegnere idraulico e di esperto dei problemi riguardanti le opere pubbliche. AI Paleocapa patriota e politico è dedicato invece un minor numero di contributi. Questa ineguale distribuzione del numero dei saggi non rompe tuttavia l'unità della figura del Paleocapa, perché egli non fu mai un puro tecnico al servizio del potere, come non fu mai esclusivamente un politico preda delle passioni del momento. Profonda onestà, chiarezza di idee e competenza furono sempre presenti al suo spirito sia ohe dovesse risolvere problemi squisitamente tecnici, sia che fosse investito di precise responsabilità, come avvenne a Venezia nel '48 o più tardi nel Piemonte sabaudo. Per questo, anche nei saggi dedicati all'esame della sua opera di tecnico, si coglie sempre l'impronta dell'impegno pubblico e quindi politico del Nostro.