Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <509>
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Libri e periodici
Tuttavia, nonostante la presenza di elementi di valutazione contrastanti, l'A. si ostina a ricercare una conferma delle tesi classiche sul tema, proponendo non di rado una interpretazione ideologica che non rende affatto giustizia alla complessità dei fenomeni analizzati. Tanto più che perfino la presenza (tutta da dimostrare, comunque), di uno degli elementi fondamentali dell'analisi sereniana, quale il latifondo borghese, imporrebbe una opportuna cautela interpretativa, come di recente ha dimostrato M. Petrusewicz nella analisi dei latifondo calabrese dei Barracco nel corso dell'Ottocento (cfr. Latifondo. Economia morale e vita materiale in una periferia dell'Ottocento, Venezia, Marsilio, 1989).
Infine, con il saggio dì G. Moricola su L'eversione dell'Asse ecclesiastico ad Ariano Irpino (1867-1883) (pp. 193-222) si tenta di tracciare un primo profilo socio­economico degli acquirenti nel maggiore comune irpino. Una operazione che, benché problematica per carenza di dati, fa tuttavia emergere con una certa chiarezza la compattezza sociale del gruppo costituito dai proprietari terrieri. La nobiltà ed i ceti rurali elementi, questi ultimi, indispensabili per poter parlare di effettiva demo­cratizzazione nella divisione della terra sono quasi del tutto assenti e la ripartizione privilegiò lotti di grandi e medie dimensioni. Sicché l'A. può a ragione concludere che tutta l'operazione fu agevolmente controllata dalla borghesia locale la quale, pur soppiantando definitivamente sul piano socio-economico la vecchia aristocrazia feudale, non produsse tuttavia sostanziali mutamenti.
Gli esiti della vendita dei beni appartenenti all'Asse ecclesiastico ad Ariano Irpino confermano, in definitiva, la fondatezza dei modelli interpretativi più tradizionali, ferma restando comunque la necessità di articolare l'analisi sul piano locale caso per caso. Il che rende a nostro avviso assai velleitaria la posizione di chi ha recentemente creduto di poterne dimostrare l'inconsistenza generale sulla scorta di semplici riscontri di carattere locale supportati per giunta da criteri metodologici a dir poco discutibili.
In concreto, è stato il caso di G. Montroni, il quale in Società e mercato della terra. La vendita dei beni della Chiesa in Campania dopo l'Unità (Napoli, Guida, 1984), alle continue e talvolta forzate estrapolazioni del testo sereniano finisce col contrapporre i risultati della propria ricerca, scorrettamente isolati dal rigido contesto locale cui si riferiscono, vale a dire, in massima parte, la provincia di Caserta. Un atteggiamento metodologico che mentre da un lato non offre seri argomenti al dibattito teorico generale, dall'altro rischia paradossalmente di ridimensionare le interessanti indicazioni emerse dall'analisi della realtà locale.
CIRO Rocco
CORRADO GRASSI - MARIELLA PAUTASSO, Prima roba il parlare*.. Lingue e dialetti dell'emigrazione biellese; Milano, 1989, in 8, pp. 244. S.p., e GIANFAUSTO ROSOLI LUCIANA BENIGNO - FRANCO RAMBLLA - PAOLA CORTI - GEMMA SIRCHIA - DIONIGI ALBERA - ANNARELLA QUASI, Identità e integrazione. Famiglie, paesi, percorsi e immagini di sé nell'emigrazione biellese; Milano, Electa, 1990, In 8, pp. 379. S.p.
Esiste ormai una vasta ed accreditata bibliografia storiografica sul biellese, a dimostrazione dell'interesse suscitato dalle vicende di quest'arca geografica: attenzione in gran parte legata a quel fenomeno di trasformazione del settore tessile, le cui caratte-
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