Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <510>
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Libri e periodici
rlstiche sono, per molti aspetti, analoghe a quelle della protoindustrializzazione inglese. Oltre all'artigianato tessile, tuttavia, esiste una tradizione edile che non ha ricevuto uguale attenzione da parte degli studiosi. Questa disparità è principalmente imputabile ad un modello classico di interpretazione storiografica che vede di necessità il settore tessile come motore della trasformazione industriale. Se, però, il progresso tecnologico nella lavorazione dei tessuti ha segnato un passaggio fondamentale nella nuova organizzazione del lavoro, bisogna dire che la grande trasformazione del nostro paese è avvenuta all'insegna di un vastissimo fenomeno migratorio e di settori tradizio­nalmente considerati arretrati, come quello edile.
Eppure l'emigrazione da quest'area presenta non pochi motivi d'interesse: le prime notizie di edili biellesi attivi in Lombardia, in Valtellina e in Savoia risalgono al XVI secolo; questi valentissimi artigiani facevano concorrenza alle corporazioni edili, vendendo il loro lavoro a prezzi inferiori -di quelli richiesti dai loro colleghi di città. E le caratteristiche di questo movimento di popolazione sono rimaste, dal XVI secolo al secondo dopoguerra, relativamente stabili: emigrazione di mestiere , prevalentemente maschile, temporanea, anche quando ormai la tradizionale pausa invernale era stata superata dal progresso tecnologico ed il viaggio del ritorno durava ben più di qualche giorno.
L'iniziativa della Fondazione Sella e della Banca omonima di promuovere ima ricerca sull'argomento è, quindi, senz'altro degna di nota e molto attuale. Sono stati fin qui pubblicati quattro volumi di saggi i due qui recensiti sono il terzo e il quarto , uno dei due volumi previsti per il Dizionario Biografico ed ima serie di documenti. La ricerca presenta caratteri di novità sia in relazione alla sua ampiezza che dal punto di vista più. strettamente metodologico; si tratta, infatti, di un lavoro cui hanno contribuito diversi studiosi, i cui interventi riguardano aspetti particolari del fenomeno e si collocano come tasselli in un tentativo di definizione del movimento migratorio biellese più complessivo, coordinato da Valerio Castronovo.
Per quanto riguarda l'aspetto iconografico, siamo in presenza di un lavoro di ottima fattura tipografico-editoriale. Ogni singolo volume è illustrato da una serie di immagini, cartoline, fotografie, schizzi, il cui valore non è solo esplicativo, ma consente al lettore di stabilire un rapporto visivo con i luoghi, con le persone, con i modi di produzione analizzati nel testo, un rapporto quasi di complicità.
Il primo dei volumi in esame, Prima roba il parlare... Lingue e dialetti del­l'emigrazione biellese, curato da Corrado Grassi e Mariella Pautasso, è un contributo non propriamente storiografico, quanto pertinente all'ambito della sociolinguistica.
La soci oli n g u i s tica è una disciplina relativamente giovane, che mette in relazione produzione linguistica e comportamento sociale: la sua utilizzazione come disciplina ausiliaria della storiografia, in particolare migratoria, è ovviamente ancor più recente, ma consacrata da contributi già di ottimo livello. Rispetto a questa sia pur giovane tradizione, il Volume di Grassi e della Pautasso presenta numerosi motivi d'interesse innanzitutto in relazione al suo oggetto, che non è più una comunità italiana in un singolo paese straniero, come nel caso degli studi di C. Bettoni sul comportamento linguistico degli italiani d'Australia, o di G. P. Clivio sugli italo-canadesi, bensì quello di una comunità italiana che condivide l'area di provenienza ma non il paese di destinazione. Notevoli sono anche sia l'estensione del corpus dì interviste analizzato, ben 89 condotte in Italia e all'estero, che la vastità dell'area di emigrazione coinvolta: si passa dall'Argentina all'estremo Oriente, dal Sudafrica alla Romania, alla Francia, agli Stati Uniti, alla Bolivia, sulle tracce di un movimento migratorio biellese davvero imprevedibile nella sua destinazione.
Il volume, che considera solo interviste che abbiano l'italiano come lingua base.