Rassegna storica del Risorgimento
SALMONA AURELIO CARTE
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1991
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Libri e periodici
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necessità di smeridionalizzare l'analisi nazionale del fenomeno, in cui l'Italia ha dato sul piano europeo il contributo quantitativo più imponente .2)
VINCENZO G. PACIFICI
AA..W., Giuseppe Petroni dallo Stato pontificio all'Italia unita, a cura di R. UGOLINI e V. PIRRO (Studi e ricerche dell'Istituto di Storia della Facoltà di Magistero dell'Università di Perugia, 6); Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1991, in 8, pp. 156. L. 22.000.
Il presente volume raccoglie gli atti del Convegno di studi che, in occasione del centenario della morte di Giuseppe Petroni, si è tenuto a Terni con la presenza di un nutrito gruppo di studiosi che hanno esaminato alcuni aspetti della vita e dell'opera di un personaggio cosi interessante e poliedrico, che fu giurista e avvocato, patriota e martire, pubblicista e animatore dell'alleanza operaia, Gran Maestro della Massoneria italiana. Il primo importante contributo è quello di Romano Ugolini, incentrato sul rapporto tra Petroni e Garibaldi. Pur non attribuendo al Petroni scarsa conoscenza dell'evoluzione della realtà politica italiana in specie per ciò che concerne l'area democratica, pur tuttavia l'A. nota come egli fosse condotto dal suo stato di carcerato a conferire connotati astratti ed idealizzati alle posizioni politiche delle personalità che esaminava: se Mazzini era per lui il principio rivoluzionario, la dottrina politica e morale, la Repubblica popolare, Garibaldi assumeva l'aspetto della Spada della libertà, del Braccio della democrazia contro il dispotismo regio e l'oscurantismo della curia romana. Garibaldi è dunque il braccio cui manca la mente, e in ciò Petroni, per Ugolini, non farebbe che raccogliere il luogo comune che circolava allora e circola oggi, specie in ambiente democratico.
Una questione importante, sempre secondo Ugolini, sfuggiva tuttavia al patriota bolognese, ed era che, sopravvalutando la funzione militare rispetto a quella ideologica e politica, egli di fatto svalutava la stessa figura di Mazzini e rendeva indispensabile l'iniziativa di Garbaldi: per Petroni, Mazzini sarebbe dovuto entrare in scena a vittoria ottenuta, per volgere la situazione in sintonia con la propria ideologia; di fatto, dunque, egli criticava l'idea insurrezionale mazziniana, ritenendola in concreto poco produttiva, facendo per contro un certo affidamento sull'entusiasmo popolare che Garibaldi avrebbe potuto suscitare anche dopo il 1860. Quando, nell'estate del 1871, Garibaldi espresse la sua simpatia per la Comune di Parigi, Petroni reagì con una lettera diretta al Filopanti alla quale Garibaldi rispose con la famosa lettera del 21 ottobre; con essa, secondo l'A., questi riuscì allo stesso tempo ad attaccare Mazzini, difendere la democrazia e ingraziarsi il Petroni. Quest'ultimo non replicò, ma mantenne fede al suo impegno contro le discordie intestine: al Congresso di Roma propose che Mazzini e Garibaldi fossero salutati presidenti onorari. In realtà, conclude Ugolini, Petroni sì collocava in una posizione intermedia tra i due, preferendo sì un'azione nelle istituzióni
2) D. DEMARCO, L'emigrazione italiana dall'Unità ad oggi: profilo storico, in // movimento migratorio italiano dall'Unità nazionale ai giorni nostri, a cura di F. AssANTB, VOI. II. Genève, Librairie Droz, 1978, p. 9.