Rassegna storica del Risorgimento
SALMONA AURELIO CARTE
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1991
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Libri e periodici
e nella società, ma, a differenza di Garibaldi, con un rigido ossequio al fine ultimo, la Repubblica.
Alla relazione di Angelo Varai sui rapporti tra Petroni e Bologna, segue quella di Anna Maria Isastia su anticlericalismo e Massoneria in Giuseppe Petroni. I/A. premette che, in realtà, anticlericalismo non è affatto sinonimo di ateismo e di irreligiosità, ma esso va inserito nella realtà storica della seconda metà dell'Ottocento nella quale esso trova la sua genesi e la sua spiegazione, allorquando gli uomini che si erano battuti per il raggiungimento dell'unità nazionale vollero proseguire la loro opera rivolgendola a modificare secondo valori laici la mentalità, il costume e la società: fatale lo scontro con la Chiesa cattolica, depositaria di quella cultura conservatrice, quando non apertamente reazionaria, che si voleva spazzar via. 11 giudizio di censura ha probabilmente coinvolto anche Petroni la cui gran maestranza, dal 1880 al 1885, ha coinciso con anni in cui lo scontro tra le opposte fazioni fu particolarmente violento. si deve forse anche a questa sua identificazione con il movimento anticlericale, secondo la Isastia, sia la grande deferenza e la profonda stima di cui fu circondato in vita e subito dopo la morte, sia la dimenticanza in cui cadde quando mutò il clima politico ed egli divenne un personaggio scomodo . Eppure l'uomo Petroni non nascose mai, accanto al suo anticlericalismo, la sua profonda religiosità a riprova del fatto che nella Chiesa cattolica egli non combatteva la religione ma il potere temporale, l'oscurantismo, l'interferenza sullo Stato e sulla società, la condanna di ogni valore umano nato o sviluppatosi al di fuori della tradizione cattolica. A Petroni venne affidato il difficile compito, in Massoneria, dì gestire la fase di trapasso tra l'età della gran maestranza di Giuseppe Mazzoni e la ristrutturazione affidata alle capacità di Adriano Lemmi, la cui figura massonica maturò proprio negli anni di Petroni e sotto la sua protezione.
Francesca Taddei esamina il rapporto di Petroni con il movimento operaio, in un periodo in cui il movimento repubblicano stava vivendo una stagione di profonda crisi. All'antico patriota e cospiratore, Mazzini affida la direzione della Roma del Popolo, a lui spetta la presidenza del XII congresso e quella della Commissione Direttiva che uscirà dalle assise congressuali col mandato, certo non facile, di rendere esecutivi i deliberati dei quali uno appare subito come il più rilevante: definire e delimitare, in modo certo e definitivo, i confini tra repubblicanesimo e internazionalismo. Dell'ultimo Patto di Fratellanza e del suo completo dissolvimento, Petroni è dunque un importante testimone. Alle brevi relazioni di Laura G. Marcantoni sulle norme speciali in base alle quali fu istruito il processo del 15 agosto da parte delle autorità pontificie e di Roberto Balzani contenente un profilo di Raffaele Petroni, segue quella molto densa di Franco Della Peruta su Petroni e Mazzini. Per l'A., Petroni portò nel suo lavoro, insieme ad un alto senso del dovere e ad una adamantina dirittura morale, una rigorosa intransigenza a salvaguardia delle posizioni di principio del repubblicanesimo mazziniano: un atteggiamento che non doveva tardare a suscitargli contro i rancori e l'ostilità di quanti nel movimento nazionale di Roma e degli Stati pontifici, erano inclini a un comportamento più elastico, che non respingesse a priori la possibilità di accordi con le forze liberal-costltuzìonali orientate verso il Piemonte. Nel maggio 1863 Petroni riuscì a riprendere contatti organici con il mondo della cospirazione romana, grazie alle relazioni epistolari stabilite in carcere con lo Spatafora, ma già nel 1865 avviò nuovamente la corrispondenza con Mazzini e collaborò al foglio clandestino Roma o morte, nel quale continuò a sostenere la linea dell'intransigenza repubblicana. Della Peruta si sofferma poi sul contenuto degli articoli scritti da Petroni sulla Roma del Popolo, che vanno dall'esame di questioni tccn i co-giu ri diche (soprattutto quella del giuramento) alla libertà di stampa, dal tema della Costituente a quello del suffragio universale. Egli conclude sottolineando l'allineamento di Petroni alle direttive di Mazzini