Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <521>
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Libri e periodici
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il partito popolare trentino esprimeva un programma cattolico nazionale che, pur senza essere irredentista era assai fermo ne Lia difesa dell'italianità del Trentino di fronte agli attacchi delle società pangermaniste <p. 294). Il vescovo si rese conto che i pericoli per il cattolicesimo non provenivano più dal nazionalismo italiano ma da quelle associazioni pantedesche, come il Tiroler Volksbund, nelle quali il protestantesimo antiromano si univa ad un aggressivo imperialismo. Con singolare rovesciamento di posizione rispetto a pochi anni prima, il sentimento nazionale italiano nel Trentino veniva scoperto come un importante fattore coesivo della fede cattolica; un fattore è opportuno sottolineare subordinato e strumentale poiché nel comportamento tenuto dal vescovo verso le autorità e le forze politiche avevano la prevalenza preoc­cupazioni di ordine religioso.
LTEndrici governava sempre meno una situazione in cui doveva subire un vero e proprio boicottaggio da parte di molti cattolici tedeschi appoggiati dagli attivisti dei movimenti pangermanisti come accadde in occasione della sua visita pastorale a Bolzano nel novembre 1911 e che si aggravò, ovviamente, dopo l'entrata in guerra dell'Italia, quando le autorità militari austriache sottoposero molti sacerdoti trentini a misure vessatorie di cui il vescovo si lamentò con lo stesso Benedetto XV. Anche Celestino Endrici venne strettamente sorvegliato, ogni suo gesto fu valutato nel peggiore dei modi e quando, nel febbraio 1916, il comandante militare di Fortezza di Trento venne a conoscenza che il presule aveva proibito ai membri del capitolo della cattedrale di aderire ad un atto di lealtà all'imperatore, fu costretto a trasferirsi a Vienna e poi, nel giugno 1916, nell'abbazia cistercense di Heiligenkreuz nella Selva viennese. Le perse­cuzioni contro i cattolici italiani della diocesi, considerati ormai alla stessa stregua degli irredentisti, inducevano a gravi riflessioni il vescovo prigioniero: la separazione dalla dioecsi dei decanati tedeschi appariva un fatto inevitabile ma, soprattutto, egli riteneva l'annessione all'Italia del Trentino, e quindi la sconfìtta dell'Austria-Ungheria, l'unica possibilità di salvare il carattere cattolico e italiano della provincia di Trento. Si realizzava così l'ultimo passo della conversione politica verso gli ideali nazionali del clero tridentino, la fine di antiche rivalità.
Celestino Endrici faceva ritorno a Trento il 13 novembre 1918 accompagnato dà un gruppo di ufficiali italiani ex prigionieri di guerra.
STEFANO PARISELI,!
P. LUDOVICO DA CASORIA, Epistolario, a cura di P. GIOACCHINO D'ANDREA; Napoli, Curia Provinciale dei Frati Minori, 1989, voli. 3, in 8, pp. 1512. S.p.
La figura di P. Ludovico Palmentieri da Casoria, nato nel 1814 e morto il 30 marzo 1885, si staglia netta nelle vicende storiche ottocentesche dell'Italia meridionale, ed in particolare di Napoli e della Campania; ma il suo contorno si profila pur bene nelle altre regioni italiane per la vastità delle opere promosse e realizzate dal francescano nell'ambito della sua multiforme e proficua attività. L'azione del religioso, figlio di Francesco d'Assisi, attraversa i tempi della costruzione dell'unità italiana e s'intreccia, non di rado, nella tessitura politico-culturale risorgimentale. Basta scorrere gli indici alla fine dei tre grossi volumi del suo Epistolario, specialmente quello dei nomi, per