Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <526>
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Libri e periodici
invece solo governative, e a promuovere un movimento di prefetti, al quale fu interessato anche Ann aratone, che in luglio, quando già il Pelloux aveva sostituito di Rudinl a capo del governo, prese la via di Bari; succedendo proprio al nuovo capo dell'esecutivo, che, come comandante dell'XI Corpo d'armata, aveva retto quella prefettura durante la fase eccezionale dell'ordine pubblico.
Alla breve permanenza a Bari {luglio 1898-febbraio 1900), caratterizzata da una riconosciuta capacità di inserimento nella difficile realtà pugliese, dove profonde erano allora le disfunzioni e assai vivi i contrasti sociali (significative parole di apprezzamento ebbe nella circostanza per lui il ministro della Real Casa Rattazzi, altro suo importante protettore) seguirono i trasferimenti alle impegnative prefetture di Livorno (febbraio 1900-febbraio 1904) e di Firenze (febbraio 1904-febbraio 1908). E se alla guida della provincia livornese Annaratone si distinse soprattutto per il sostanziale equilibrio con cui seguì la calda situazione sociale del momento e per l'atteggiamento, in verità meno equilibrato per i suoi personali orientamenti anticlericali (non per nulla era massone e vicinissimo a Zanardelli, che di anticlericalismo se ne intendeva!), tenuto di fronte alle agitazioni che precedettero e che seguirono l'arrivo in diocesi del vescovo Sabatino Giani; come responsabile della prefettura fiorentina, mostrò quanto vicino fosse a Giolitti, soprattutto sul terreno sociale, fedele interprete quale fu di quella nuova strategia inaugurata dallo statista piemontese, che in presenza di agitazioni sociali imponeva ai prefetti più moderni e flessibili atteggiamenti, al posto dei vecchi e ormai anacronistici sistemi autoritari e repressivi.
Giolitti premiò la devozione e la fedeltà del suo prefetto, sia proponendolo per la nomina a senatore (1905), sia chiamandolo alla guida dell'ambita prefettura di Roma.
Giustamente Pacifici, per il carattere particolarissimo di Roma a suo tempo sottolineato da Fonzi, dedica una speciale attenzione agli anni romani di Annaratone (marzo 1908-agòsto 1914). E quasi a mettere meglio in evidenza la delicatezza e l'importanza del nuovo incarico affidato al protagonista del suo libro, si sofferma sui predecessori di Annaratone, soprattutto su Vincenzo Colmayer, l'ultimo prefetto della capitale in ordine di tempo.
Anche a Roma, come già a Livorno e a Firenze, Annaratone si mostrò in sintonia con la filosofia e la prassi giolittiane. Le affermazioni programmatiche contenute nel suo primo saluto alle autorità e alle pubbliche amministrazioni della provincia (le istanze e i bisogni delle amministrazioni locali debbono trovare una legittimazione e un limite nelle leggi, l'opera del progresso umano fa sì che l'azione dei pubblici poteri debba ispirarsi ad idee di riforma , la legislazione traduce in atto le conquiste di giorno in giorno particolarmente nel campo economico e sociale , i pubblici amministratori debbono assicurare tali conquiste , con grande sentimento della propria responsabilità verso il governo e verso il paese ...) trovarono in genere, nei suoi atteggiamenti e nei suoi atti amministrativi, coerente applicazione. La massiccia protesta popolare dell'aprile 1908 e le dimostrazioni studentesche del dicembre di quello stesso anno, le elezioni politiche del 1909 e del 1913, i frequenti e talvolta vivacissimi battibecchi (ad es quello generato dal famoso discorso di Nathan del 20 settembre 1910) tra clericali e anticlericali, i problemi sollevati dall'Amministrazione Nathan e le polemiche (ad es quella del maggio 1909 sulla municipalizzazione delle linee tranviarie) che, pur nel quadro di una sostanziale mutua benevolenza (o almeno di reciproca tolleranza) contrapposero la prefettura al Campidoglio, videro Annaratone attivamente impegnato in un'opera di mediazione tra contrastanti interessi, in un atteg­giamento di primaria preoccupazione per la salvaguardia dell'ordine pubblico e per