Rassegna storica del Risorgimento
SALMONA AURELIO CARTE
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1991
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pagina
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530
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530 Libri e periodici
PAOLO PECORARO II protezionismo imperfetto. Luigi Luzzatti e la tariffa doganale del 1878; Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 1989, in 8, pp. 451. S.p.
I princìpi del libero scambio, che dall'epoca cavourìana fino a dopo il 1870 erano stati accolti come verità indiscussa, cominciavano a suscitare, dopo quella data, molti dubbi e ad incontrare un'opposizione sempre più aperta e vivace. Il mutamento di opinione era conseguenza di una serie di fatti nuovi, come la rivoluzione nei trasporti marittimi e la creazione di una rete ferroviaria intemazionale, che comportavano una forte riduzione dei costi di trasporto, la quale, aggiunta al ribasso mondiale dei prezzi, rischiava di porre in grave pericolo le industrie che non avessero rimodernato i loro impianti e non avessero ridotto i costi di produzione dei loro prodotti. Si manifestarono, perciò, forti interessi protezionistici nei paesi dove gli industriali dovevano sostenere ingenti spese per il rinnovamento delle loro attrezzature e si sentivano gravemente danneggiati dalla concorrenza dei paesi che li avevano preceduti su tale strada e che non solo li superavano per tradizione tecnica, ma avevano potuto anche ammortizzare totalmente i loro impianti.
La crisi del modello liberistico postcavouriano, la progressiva affermazione di un diverso modo di concepire il ruolo dello Stato nei processi di sviluppo, specie industriale, ed il delinearsi di una politica economica di tipo semiprotezionistico, che trova espressione nella tariffa doganale del 1878, sono, appunto, i temi trattati dal Pecorari nel volume in esame. Sulla base di una documentazione per la maggior parte inedita, reperita oltre che nell'Archivio e nella Biblioteca Luigi Luzzatti, anche in altri archivi italiani e stranieri, l'Autore pone in luce, con grande efficacia e rigore, il ruolo svolto da Luigi Luzzatti nella delicata ed insieme complessa fase di transizione che caratterizza gli anni Settanta, non tralasciando di considerare il correlato intreccio di interessi e problemi nazionali ed internazionali. Il primo passo verso questo nuovo indirizzo è segnato dall'inchiesta industriale, deliberata nel giugno 1870 e che protrasse i suoi lavori fino al 1874, sotto la presidenza di Antonio Scialoja e poi, dal 1872, di Luzzatti, il quale già nel primo biennio, con la collaborazione di Vittorio Ellena, aveva avuto una parte preponderante nel determinarne l'indirizzo. Ma l'Autore, prima che sulle risultanze dell'Inchiesta industriale, concentra la sua attenzione sull'azione combinata del corso forzoso, del credito e della bilancia commerciale, perché è ad essi, egli sostiene, che occorre rifarsi per comprendere con esattezza la posizione del Luzzatti di fronte ai problemi tariffari degli anni '70.
Delle risultanze dell'inchiesta industriale del 1870-74, vengono analizzate solo quelle che il Luzzatti poneva alla base del nuovo regime doganale e che riguardavano non tanto lo status delle singole industrie e/o i fattori interagenti nella cosiddetta < complessione industriale del paese , quanto piuttosto i vizi sostanziali del sistema daziario all'interno dello schema liberoscambista. Il principale problema era quello delle sconcordanze : quando in una tariffa convenzionale venivano troppo ridotti i dazi sui manufatti rispetto a quelli sulle materie prime, oppure quando con una semplice manovra tecnica sulla tariffa generale si presumeva di poter importare manufatti a buon mercato, le disarmonie economiche erano inevitabili. Il Luzzatti insisteva, inoltre, sull'inadeguatezza dei dazi ad valorem sotto il profilo finanziario, economico e morale. Dal punto di vista finanziario, le dichiarazioni sul valore erano in genere inferiori al vero e riducevano le entrate doganali; da quello economico, tali dazi mancavano della certezza e della stabilità necessarie alle previsioni di mercato; ed infine, dal punto di vista morale, non era possibile assicurare un'equa applicazione della tariffa perché gli errori nell'apprezzamento dei dazi riuscivano graduati all'infinitesimo .