Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <531>
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Libri e periodici
Egli, però, pur consapevole del fatto che anche con i dazi specifici non si eliminava del tutto la mancanza di proporzionalità, riteneva che all'inconveniente si potesse ovviare accrescendo il numero delle categorie di prodotti. Nell'ambito delle attività finalizzate alla revisione dei trattati di commercio e della tariffa doganale, rilevante fu il lavoro svolto dal Luzzatti come membro della Sottocommissione pei raffronti in materia di tassazione industriale, cui il Comitato dell'Inchiesta industriale aveva affidato il compito di apprestare elementi adeguati di giudizio circa i carichi fiscali gravanti sulle industrie nazionali.
Prima di esaminare il progetto della nuova tariffa doganale, l'Autore ritiene opportuno premettere qualche breve considerazione sul Mémoire che lo accompagnava e che ne chiariva l'impianto e gli obiettivi, preparato dal Luzzatti. Rispetto alla tariffa in vigore, due erano i mutamenti di maggior rilievo: uno di ordine economico, inteso a coordinare tra loro gli artìcoli della tariffa; l'altro di ordine fiscale, volto ad eliminare lo status di privilegio assicurato a varie merci che, per essere vincolate a tariffa convenzionale, avevano goduto di una sorta di immunità, più volte denunciata durante l'inchiesta industriale. Si ribadiva, inoltre, la necessità di sostituire i precedenti dazi ad valorem con dazi specifici. La prima reazione del governo francese fu negativa, in quanto venne osservato che il vero scopo del progetto sembrava essere non tanto la conclamata adozione dei dazi specifici, quanto piuttosto la restaurazione di un regime protettivo. Comunque, per meglio valutare il progetto luzzattiano e per elaborare basi adeguate di trattative, il governo transalpino istituì, nel marzo 1875, un'apposita commissione che, con alcune modifiche ed aggiunte a singole categorie del progetto di tariffa in esame, ritenne il documento un'utile base per un accordo tra i due Paesi. La tendenza protezionistica era inoltre favorita dalla necessità di aumentare le entrate fiscali, dato il costante disavanzo del bilancio statale. Dagli aumenti di tariffa, il Luzzatti si attendeva nel complesso circa 15 milioni all'anno, ma essendo l'effettiva applicabilità della manovra subordinata ai nuovi trattati di commercio, egli insisteva per l'anticipazione dei negoziati con la Francia, la Svizzera e l'Austria-Ungheria. Sulla soluzione pattizia in termini tripolari, come pure sulla necessità di evitare il regime della prorogatio, concordava Marco Minghetti, che nel settembre del 1874 incaricò il Luzzatti di recarsi a Parigi, con lo scopo di indurre i tre Paesi a negoziare con l'Italia. Molto difficili, comunque, si rivelano i rapporti tra il Luzzatti ed il francese Jules Ozenne, che ben comprendeva le finalità protezionistiche del progetto italiano.
Il 7 agosto 1875 iniziò a Bellagio la discussione ufficiale sulle nuove tariffe. I due commissari, Luzzatti ed Ozenne, in diverse sedute, precisarono i dazi da applicare ai vari articoli. Proseguivano, intanto, le trattative sul fronte svizzero e su quello austriaco. Anche nei confronti della Svizzera, i cui rapporti commerciali col nostro Paese erano regolali dal trattato del 22 luglio 1868, il Luzzatti affermava di voler procedere come nei colloqui con l'Ozenne, portando cioè la discussione non tanto sui princìpi, quanto piuttosto sui problemi specifici che interessavano il commercio dei due Paesi. Per cercare di risolvere le questioni in sospeso a Bellagio, l'8 novem­bre 1875 il Luzzatti è a Parigi, dove, su richiesta deU'Ozenne, diede notizia delle intese sottoscritte nel frattempo con la Svizzera e della trattativa in corso con l'Austria-Ungheria. Quest'ultima, con la quale il governo italiano aveva firmato il trattato dì commercio del 23 aprile 1867, accettava di anticipare le trattative per la stipulazione di un nuovo trattato, ma, avendo interesse a regolare prima le relazioni economiche con la Germania, voleva riservarsi una piena libertà per gli articoli della sua tariffa che potevano divenire oggetto di negoziato commerciale con gli altri Stati. Intanto, il governo di Londra chiese la presenza del Luzzatti in Inghilterra,
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