Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <535>
immagine non disponibile

Libri e periodici
535
Chiudendo l'introduzione, Sindoni nota che la figura di D'Ondes riassume emblematicamente, forse meglio di altre, la lacerante e spesso contradittoria esperienza di quei cattolici che si erano immessi con convinzione net pensiero e nel processo risorgimentale, ma che, delusi, di dissociarono oltre che dai modi con cui era avvenuta runificazione dalla politica dei primi governi in particolare nei confronti della Chiesa e del Mezzogiorno .
Potrà apparire anche contradittorio l'atteggiamento di D'Ondes, che, da deputato alla Camera liberale, diviene uno dei massimi esponenti dell'* intransigentismo , asten­sionista, ma, terminato lo studio del volume, curato da Sindoni, letti e soprattutto meditati gli scritti e gli interventi nell'aula parlamentare, considerate nel giusto e misurato rilievo le sue battaglie in difesa degli ordini religiosi e a sostegno della libertà d'insegnamento, emergerà, difficilmente contestabile e confutabile, il suo pensiero, fermo e lineare, nelle sue costanti, anche nella stessa esperienza politica.
VINCENZO G. PACIFICI
ORNELLA CONFESSORE, I cattolici e la Vede nella libertà . Annali Cattolici . Rivista Universale . Rassegna Nazionale {Collana Il pensiero politico e sociale dei cattolici italiani , n. 5); Roma, Edizioni Studium, 1989, in 16, pp. 248. L. 22.000.
Il canonico piacentino Giovanni Battista Moruzzi (1807-1884), punta avanzata del cosiddetto clero liberale , protagonista nel 1860 di un famoso scontro con il vescovo Antonio Ranza (1801-1875), accusato in tribunale di attività antipatriottica, così riassume la propria posizione: La religione e la civiltà debbono armonizzare; l'amore della patria è doveroso quanto l'amore del padre e della madre; il desiderio della sua libertà è naturale all'uomo . In sintesi quella di Moruzzi è stato osservato in tuia prospettiva quanto mai ampia non corrisponde tanto alla posizione cattolico-liberale quanto alla spiritualità conciliatorista, che non lavora solo al supera­mento della tensione tra Chiesa e Stato in Italia ma all'armonizzazione tra religione ed aspirazioni della società contemporanea .*)
Questa testimonianza di ambito locale può servire per convalidare un'affermazione, che, ai di là dei termini cronologici, rappresenta uno dei passaggi essenziali, una delle ragioni più profonde del lavoro. L'autrice, infatti, giustamente rileva che negli anni Sessanta il tema del rapporto della Chiesa col mondo moderno, con le sue istituzioni civili e politiche, diventa centrale nel dibattito all'interno del mondo cattolico italiano .
sconfìtto, al ballottaggio (213 voti contro 165), dal barone Giovanni Riso.
Nel 1865 fu candidato anche nei collegi di Firenze II, in cui costrinse al secondo turno Ricasoli e distanziò di circa 100 voti Garibaldi, di Messina II, di Genova III e di Pontedera.
i) F. MOUNAKI, Il canonico G. B. Moruzzi (1807-1884) e il cosiddetto clero liberale a Piacenza, in Archivio storico per le province parmensi, XXXVI (1984), pp. 585 e 605.