Rassegna storica del Risorgimento
SALMONA AURELIO CARTE
anno
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1991
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pagina
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545
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Libri e periodici *J 545
delle macchine, imposti dal movimento bracciantile, abbia in realtà consentito all'impresa agricola basso-padana di compiere il balzo nella meccanizzazione integrale, partendo dai livelli tecnologici più avanzati messi a disposizione dall'industria meccanica. Il secondo analizza il rapporto tra meccanizzazione e lavoro umano, cogliendo la fine di taluni connotati della cultura tradizionale del lavoratore agricolo ed intrawedendo il profilarsi di una trasformazione complessiva. Ad esaminare il difficile cammino delle macchine nelle campagne lombarde è G, L. Della Valentina, il quale nota come la geografia della motorizzazione è fortemente influenzata dal tipo di agricoltura praticata. In collina ed in montagna, dove prevaleva l'agricoltura di autoconsumo, penetrarono pochi mezzi e solo dove dominava un'agricoltura di mercato, inserita nei circuiti monetari. Anche in pianura, i motori fecero fatica ad imporsi nelle aree in cui una quota non irrisoria della produzione veniva sottratta al mercato per l'autoconsumo o a causa dei vincoli contrattuali di natura colonica o compartecipativa. P. Scarabattolo analizza, poi, relativamente alla Padania, la lentezza della diffusione della trebbiatrice e le ragioni per cui essa si diffuse prima di ogni altra macchina agricola azionata da energia inanimata, tra cui, ad esempio, la possibilità di disporre con anticipo di grossi quantitativi di grano, da accantonare per la semina o da destinare al mercato, in un'area in cui quasi tutte le province erano esportatrici di quel cereale.
Di contenuto sostanzialmente diverso è la relazione di L. Bellicini, che si occupa degli investimenti fondiari ed edilizi nel Veneto, nell'arco di quasi un secolo, dal 1835 al 1922. Dalla relazione emerge che, almeno in alcune aree territorialmente significative del Veneto, il piano di investimenti di una parte della possidenza agraria si incentrò sulla costruzione di un'azienda agraria in cui il massimo sfruttamento della manodopera fosse attuato grazie ad un elevato grado di organizzazione aziendale e di investimento fondiario, sia direttamente in edilizia sia nell'acquisto e nella redenzione di terre nuove. Il fine era di garantire ragionevoli livelli di produttività, in condizioni di massima sicurezza sociale. Buona parte degli investimenti nel Veneto era indirizzata, nella seconda metà dell'Ottocento, al finanziamento di operazioni di bonifica integrale. Quest'ultimo tema è approfondito da J. S. Mac Donald, che esamina la fase pionieristica della meccanizzazione nella bonifica del comprensorio idraulico del Canale dei Cuori. Egli evidenzia il ruolo della Bassa Padana come colonia interna, ricca di risorse da sfruttare per un'Italia che era sempre stata povera di terre vergini, di minerali e di colonie d'oltremare. I programmi di bonifica con idrovora a vapore dovettero fronteggiare gravi problemi, ma accelerarono il restringimento della laguna e delle valli da pesca. I problemi relativi alla bonifica idraulica nel Polesine di Rovigo sono, invece, affrontati da L. Lugaresi, il quale evidenzia l'adozione di nuova strumentazione in agricoltura, come idrovore o macchine agricole. La provincia, difatti, in confronto ad altre realtà analoghe, segui lo sviluppo della motorizzazione fin dalle prime applicazioni in agricoltura del motore a combustione interna.
I profondi cambiamenti dell'agricoltura italiana nel secondo dopoguerra sono posti in rilievo da R. Fanfani, il quale, con grafici e tabelle, illustra l'evolversi delle pratiche colturali dal 1950 al 1986. Egli pone l'accento sull'apertura, in questo periodo, dell'agricoltura Italiana verso l'esterno, soprattutto, verso le altre agricolture europee, con le quali sì è verificato un vero processo di integrazione, anche se in modo spesso contradditorio e non privo di difficoltà. Fra i cambiamenti sostanziali, l'Autore ricorda il processo di meccanizzazione agricola, che contribuisce all'aumento della produzione e della produttività, anche se in modo differenziato per tipologia di aziende ed aree geografiche. Sulla natura del legame esistente tra l'industria della meccanica agricola e la meccanizzazione dell'agricoltura, si concentra l'attenzione di F. Nuli. Egli sostiene che è stato lo sviluppo dei settori extragricoli {specialmente, dì alcune sezioni della meccanica) ad avere un ruolo primario nel favorire l'ascesa dell'industria della meccanica