Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <553>
immagine non disponibile

Libri e periodici 553
molto lontano - e non solo cronologicamente dai giorni della fiducia. Di fronte alle prime violenze nazionaliste, non ebbe seguito l'invito del neo generale-governatore, Petitti di Roreto, per una nuova stagione di fruttuosa e di pacifica collaborazione tra le diverse etnie della Venezia-Giulia. L'immagine della Trieste del primo dopo guerra è assai diversa da quella sognata da Stuparich negli anni fiorentini. La città, infatti, gli appare smarrita, alla ricerca di un'identità nuova nel nuovo Regno d'Italia. Le intolleranze e la violenza politica, la crisi economica, causata dalla perdita del ruolo di emporio imperiale, e il nascente fascismo sono una realtà che provoca in Stuparich disagio e disorientamento. Di fronte a ciò, egli ribadisce, come unica via percorribile, il proprio irredentismo culturale, con l'aggiunta del socialismo riformista di tradizione austriaca, di modo che la città possa trovare finalmente il suo spazio nella nuova realtà europea del dopo guerra. Dunque, il messaggio dello scrittore triestino è corag­gioso e profetico: soltanto il rapporto interetnico, il reciproco rispetto delle proprie diversità garantisce la collaborazione feconda tra Italiani e Slavi, la sola in grado di legare gli uni agli altri, per il progresso civile e materiale della comune terra dei padri.
ALESSANDRO MANCINI - BARBIERI
NADIA BUGIANTELLA, Il movimento socialista umbro tra età giolittiana e primo dopoguerra. La Battaglia, prefazione di ROMANO UGOLINI (Studi e ricerche dell'Istituto di Storia della Facoltà di Magistero dell'Università di Perugia, 7); Napoli, ESI, 1991, in 8, pp. 134. L. 19.000.
Nell'età giolittiana resta tuttora difficile riconnettere l'evoluzione del movimento socialista umbro scrive Romano Ugolini nella prefazione con quanto il Psi compiva a livello nazionale. La risposta alla lenta, ma tenace progressione del fenomeno nuovo prorompe dalle pagine del settimanale socialista La Battaglia (nato, a Perugia, dicembre 1908, con la direzione di Francesco Scozzese-C iccotti esponente integra­lista dell'Unione socialista romana) e testimonia il travaglio ideologico ed organizzativo (vedi l'autofinanziamento, i cambi di tipografia, gli ostacoli esterni) di quegli anni.
La Battaglia, con buchi di continuità, giunge fino al marzo 1921 (quando i fasci danno fuoco alla tipografia ove si stampa il periodico), legando l'ambito loca-listico, il circondario di Perugia, con il tessuto regionale e nazionale. D'altronde, la questione agraria necessita un raffronto e una soluzione che travalica il nativo borgo selvaggio. La Battaglia (una testata che è già tutto un programma e in siffatta immediatezza senza pretendere molto di più va vista la quotidianità della sua presenza) si muove all'interno di qucllla autentica costellazione di fogli socialisti che, dalla Sicilia al Piemonte, tra l'inizio del secolo e il colpo di stato fascista del 1922, contribuisce alla crescita culturale, politica e sociale del Paese. E, al pati delle costellazioni, ombre e scintillii tinteggiano, con mutevole vento, la navigazione nel-l' arcipelago Gutemberg , offrendo tangibile prova di star / come d'autunno / sugli alberi / le foglie.
La precarietà, l'inquietudine di quella fase storica, particolarmente lo spartiacque che, giustamente, R. Ugolini sottolinea del primo conflitto mondiale, ci viene, poliedricamente, restituito dalla ricerca di N. Bugiantella lungo i sentièri di un PSI in contìnua crescita sia organizzativa, sia qualitativa, e con una storia non sempre