Rassegna storica del Risorgimento

SALMONA AURELIO CARTE
anno <1991>   pagina <556>
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556 Libri e periodici
ABRAMO SCHMID, // vallone del Carso (Notìzie, documenti, memorie); Trieste, Società Alpina delle Giulie - Sez. di Trieste del CAI, 1985, in 8, pp. 211, ili. S.p.
La Società Alpina delle Giulie nel corso del suo centenario di fondazione, si era proposta di continuare la sua opera di ricerca di carattere eminentemente monografico, a sfondo storico-topografico, al fine di non permettere che il tempo cancellasse le ultime tracce della Prima Guerra Mondiale. La Società si rivolse all'Autore dell'opera qui recensita che, nei tempi stabiliti, presentò il risultato delle sue ricerche. Già in un'opera precedente Schmid si era fatto apprezzare per la precisione e l'accuratezza delle sue ricerche. Tali ricerche hanno interessato ed interessano le zone a nord-ovest del Carso triestino, fino ad arrivare alle ultime propaggini di quello isontino. Oggetto della presente ricerca è l'area che dal 1916 ha preso il nome di Vallone del Carso, nome che indica quel solco che dalla soglia ad est del Castellazzo di Doberdò si estende fino a Gabria, per sfociare poi nella piana di Gorizia.
Il volume dedica il primo capitolo ad una accurata analisi storico-geografica di questa zona, corredandola con una cartografia eccellente. Presentata la zona di ricerca, l'opera si articola in otto capitoli, ognuno dedicato al luogo ritenuto più importante: Basso Vallone e Devetachi, Vissutini, Palchisce Micoli, Ischeri, Berne, Ferletti, Bonetti.
Di ognuna di queste località viene fatta una introduzione generale di carattere storico-topografico, che precede un inquadramento della situazione tecnico-tattica evolutasi nei due anni di guerra, 1915-1917, con la descrizione degli episodi salienti. Interessante l'indicazione dei reparti che furono i protagonisti di questi episodi, che sono descritti nel minimi particolari. Si correda la descrizione con i risultati delle ricerche condotte in loco , l'indicazione delle opere fortificate campali superstiti, la descrizione degli elementi più significativi di queste, con l'aiuto anche di diari, ricordi e descrizioni dei protagonisti.
Con la preliminare analisi e studio delle fonti archivistiche l'Autore compone un mosaico che ci permette di leggere le varie opere, monumenti, cippi e resti che ancora, seppur coperte da vegetazione ed in evidente stato di abbandono, rimangono.
Soprattutto la individuazione dei cimiteri di guerra, sia di parte italiana che austriaca, via via smantellati nel primo dopoguerra, permette di ricreare anche aspetti di retrovia che completano il quadro generale.
Più che una guida o un catalogo descrittivo dei resti di opere di guerra, il volume è un panorama abbastanza completo di quanto rimane nel Vallone del Carso, uno strumento estremamente utile per una analisi di quelle fonti materiche che il tempo inesorabilmente cancella.
MASSIMO COLTRINARI