Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI CALABRIA 1808-1860
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1992
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7
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Periodici del Risorgimento in Calabria 7
d'occhio. Alla fine di febbraio si pubblicano nella sola Napoli ben 33 giornali di un certo rilievo. La libertà di stampa è del resto l'emblema del nuovo regime istaurato il 29 gennaio. Anzi in assenza del Parlamento (ancora da eleggere) l'unica istituzione di libertà senza legami col passato è proprio la stampa. Anche la Calabria partecipa a questo sviluppo della stampa polìtica.
Il 15 febbraio vede la luce infatti 77 Calabrese Rigenerato, giornale politico-scientifico-letterario con un programma moderato. Con la modestia che gli è propria svelerà l'esigenza dei tempi, i mezzi più acconci a sopperirle, gli ostacoli che vi si tramezzano, il ruolo di allontanarli. E poiché il benessere di ogni nazione non può giammai conseguirsi o essere durevole se non s'informa il cuore e la mente dei cittadini, la popolare istruzione sarà anche sua mira precipua .
H direttore e fondatore è Alessandro Conflenti (Rogliano 1817-Co-senza 1881), uno dei collaboratori e animatori della precedente testata Il Calabrese al quale si collega idealmente e direttamente la nuova esperienza. I numeri de 11 Calabrese Rigenerato portano infatti l'indicazione anno sesto . La sua durata è breve: soltanto 11 numeri dal 15 febbraio al 14 maggio 1848. Collaborano alla testata diverse personalità: letterati, politici, giornalisti di diversa estrazione; da Biagio Miraglia da Strongoli a Luigi Miceli, da Francesco Saverio Salfi a Raffaele Valentini, a Lorenzo e Paolo Greco, a Francesco Maria Scaglione, a Vincenzo Dorsa.
Il giornale è guidato da un certo moderatismo politico, alieno da posizioni estremiste, ma ha una funzione di coagulo delle forze liberali che vedono nella Costituzione concessa dal sovrano un primo passo verso la conquista di più profonde libertà. Dagli interventi emerge un entusiasmo diffuso e sentito: anche se i redattori e i collaboratori devono difendersi dalle accuse di provocare la rivoluzione sociale.
Una delle caratteristiche del giornale è la continua polemica contro i falsi liberali, i liberali per calcolo, i liberali dell'ultima ora, che aspirano alla pubblica ammirazione . Contro questi del resto si scaglia fin dal primo numero e nel suo unico intervento Biagio Miraglia,7) il quale dopo aver steso la cronaca degli avvenimenti e novità succedutesi a Cosenza, conclude con la sua professione di fede: Io starò chiuso e osservo tutto. Se vedrò qualcuno che aspiri a ridicole supremazie, se vedrò in carica uomini che non meritano e non godono la fiducia pubblica, io smaschererò l'intrigo, si trattasse anche di mio padre, e farò uso del tremendo potere della stampa .
Il richiamo al potere del giornale il famoso quarto potere ritorna spesso ed è una costante nella polemica contro i moderati, gli avventurieri dell'era disciolta; questi, guidati dalla prudenza e dalla moderazione non vogliono prendere posizione e scegliere un partito. Il vero partito è quello Costituzionale, partito che non può venir meno, ma che se mai venisse, noi dovremmo accogliere con rassegnazione e coraggio le persecuzioni e il martirio che ne procurerebbe .
7) Su Biagio Miraglia cfr. M. GRANDINETTI, Biagio Miraglia da Strongoli, in Calabria Letteraria, xxxv, n, 1-3, 1987, pp. 28-30,