Rassegna storica del Risorgimento

MARCHETTI GIOVANNI; STATO PONTIFICIO POLITICA ESTERA 1848
anno <1992>   pagina <13>
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Giovanni Marchetti
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naie subalterno. Lo Spada non nascondeva dì sentire sincerissima stima per il Marchetti e per le sue qualità personali, aumentata dopo che il Marchetti aveva accettato la proposta dello Spada di comporre una cantata per Pio IX, recitata poi il 1 gennaio 1847 nella sala grande del Campidoglio, e musicata da Gioacchino Rossini.7* Lo Spada ricorda anche che si sentiva spesso il Marchetti ripetere di trovarsi regolarmente al suo posto, avendo ricevuto il biglietto di nomina dal cardinale Orioli. E sempre lo Spada riferisce quanto circolava tra i romani, tra i quali era diffusa la voce che tanto poco amavasi la persona del Marchetti in palazzo che quando trattossi del porlo in officio, non se gli fece trovare preparata neppure una camera, né la suppellettile necessaria all'esercizio del carico assunto .s>
Pareva insomma a molti sono sempre affermazioni dello Spada che una separazione del potere fosse incompatibile colla essenza del pon­tificio governo. Così in effetti fu per tutto il periodo in cui Marchetti restò a far parte del gabinetto Mamiani, ossia per tutti quegli ottanta giorni o poco più.
Limitato seguito ebbe la circolare inoltrata dal Marchetti ai Nunzi pontifici il 9 maggio 1848 per avvertirli della sua nomina a capo del ministero, e per invitarli a corrispondere con lui su tutti gli affari rela­tivi a interessi laicali . Per quelli di natura ecclesiastica i Nunzi erano autorizzati a riferire direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero al cardinale Orioli che ne teneva l'interim in attesa che da Ferrara giungesse il titolare, cioè il card. Ciacchi.9* E, lo ricordiamo, il Presidente del Consiglio era allo stesso tempo responsabile della Segre­teria di Stato.
Tornando al Marchetti e alla sua circolare del 9 maggio occorre aggiungere che in quell'occasione si premunì di spiegare ai Nunzi che sugli argomenti relativi ad affari misti , cioè ecclesiastici e laici insieme, le note dovevano essere dirette al Presidente del Consiglio in originale e in duplicato indirizzate al suo ministero.
Invece l'Orioli con prontezza si mosse per avvertire i Nunzi, per mezzo di una lettera cifrata, che il ministero Mamiani non godeva del favore del sovrano e che la divisione della Segreteria di Stato era avvenuta contro il volere di Pio IX; pertanto i Nunzi dovevano continuare a corrispondere con il cardinale segretario di Stato, anche per non venir meno al loro giuramento di fedeltà al papa e alla Chiesa.
Della lettera dell'Orioli si conosce un esemplare diretto al Nunzio a Parigi mons. Fornari, contenente pure l'invito a passare copia della missiva al Wiseman a Londra e al Brunetti a Madrid. La richiesta al Fornari veniva giustificata con l'impossibilità di fidarsi del servizio postale,
7) G. SPADA, Storia della rivoluzione di Roma e della Restaurazione del Governo pontificio dal 1" giugno 1848 al 15 luglio 1849, voi. II, Firenze, 1869, pp. 360-362.
M pp. 342-343, 362.
9) MARTINA, op. clt.t pp. 267, 542; L. PASZTOR, La segreteria di Stato di Pio IX durante il triennio 1848-1850, In Annali della Fondazione italiana per la storta amministra­tiva, 3 (1966), Milano, 1966, pp. 327-328.