Rassegna storica del Risorgimento
MARCHETTI GIOVANNI; STATO PONTIFICIO POLITICA ESTERA 1848
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1992
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Gilberto Piccinini
dati i tempi difficili e le turbolenze politiche interessanti mezza Europa.10*
Altri inviti dell'Orioli, e questa volta non in cifra, giunsero nei giorni successivi anche ad altri, diplomatici pontifici nelle capitali degli Stati italiani e in quelle estere, perché i rappresentanti della Santa Sede sapessero di non dover prendere contatti di sorta col Marchetti. Tra i Nunzi all'estero vi fu anche chi si espresse manifestando il proprio disagio ad operare nelle sedi diplomatiche loro affidate in mancanza di chiare direttive da Roma. Di tale situazione rappresenta un valido esempio l'atteggiamento tenuto dai rappresentanti pontifici a Lucerna e a Bruxelles, tra i più attenti a non entrare in urto né con l'Orioli né tantomeno col Marchetti.
Nei primi giorni di giugno mons. Alessandro Asinari di S. Marzano, nunzio a Bruxelles, scriveva all'Orioli per tentare di cogliere il vero significato di quei passi della circolare Marchetti del 9 maggio in cui si invitavano i Legati pontifici a riferire a Roma attraverso i tre canali, l'uno riservato agli affari ecclesiastici, l'altro a quelli laici e il terzo ai cosiddetti misti.11) A lui rispose l'Orioli, con una certa solerzia considerati sempre i tempi poco tranquilli, ricordando che il S. Padre [aveva] ripetutamente qualificata la istituzione del Ministero estero laico come una violenza fatta alla Sua volontà. Nella minuta della missiva il termine volontà sostituisce quello di persona, cancellato da un tratto di penna, forse perché sembrò eccessivo all'Orioli riferirsi a violenze fisiche arrecate alla persona del pontefice. Con un'altra cancellatura è sostituito il primo termine usato di vuole con quello di ordina , per dare un significato imperativo al rispetto degli obblighi dei Nunzi verso la Chiesa.
L'Orioli si rimetteva anche alla discrezionalità del Nunzio e a quanto gli avesse suggerito la propria coscienza, la quale ultima da sola avrebbe saputo indicare la sicura norma da seguirsi nella corrispondenza per gli affari di Stato senza compromettere la dignità del Governo e senza venir meno agli incombenti di una rappresentanza affidata all'Asinari dalla S. Sede.12)
Ciò non convinse appieno l'Asinari, che continuò a mantenere una posizione di equidistanza con l'Orioli, nei primi tempi, con il Soglia poi, e con Giovanni Marchetti. E la posizione d'equidistanza s'impose all'Asi-nari ancor più quando di lì a qualche giorno, sempre entro la prima decade di giugno, giunse a Bruxelles, come rappresentante dello Stato sardo, un suo congiunto, quel conte di S. Marzano che un certo ruolo aveva avuto nelle prime battute delle trattative per la lega politica, avviate da Corboli Bussi per conto dello Stato romano.13)
Ancor meno convinto della fondatezza degli ordini impartiti dal
lo) A.S.V., Archivio Nunziatura di Parigi, b. 71, anno 1848, lettera dell'Orioli ai Fornati del 9 inaggio 1848.
H> A.S.V., Segreteria di Stato, rub. 65, fase. 37, lettera da Bruxelles dell'I giugno 1848. PASZTOR, art. cit., p. 330.
J2> A.S.V., Segreterìa di Stato, clt., lettera di Orioli del 13 giugno 1848.
J3) p. Pumi, La politica unitaria di Pio IX dalla lega doganale alla lega italica, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia, anno II. n. 2, maggio-agosto 1948, pp. 183-214.