Rassegna storica del Risorgimento

MARCHETTI GIOVANNI; STATO PONTIFICIO POLITICA ESTERA 1848
anno <1992>   pagina <19>
immagine non disponibile

Giovanni Marchetti
19
Confortato da simili anticipazioni, ritenute favorevoli, Marmarli s'ac­cinse a stendere il suo programma di governo che Pio IX, o un suo delegato, avrebbe letto di fronte ai neoeletti deputati al parlamento. Il testo, ponderato in ogni suo passaggio da Mamiani, fu portato al ponte­fice perché lo visionasse in anticipo. Esso fu restituito con l'invito ad apportare alcune variazioni. Niente si obiettò sul nono punto program­matico nel quale Mamiani? intendeva sintetizzare l'atteggiamento di Pio IX rispetto alla lega: del pari uscì dall'animo del Pontefice la prima proposta di stringere in lega fraterna i Principi della nostra comune patria, e dura Egli nel desiderio di vedere in atto, quando che sia, quel disegno provvidissimo .29)
E, come si è detto, mentre su questo punto c'era pieno accordo tra sovrano e ministero la stessa cosa non si verifica per altre parti del testo di Mamiani, cosa che fini per produrre una forte frizione, tanto da con­vincere Mamiani a mettere nel cassetto il testo già preparato.
Il 5 giugno si tenne comunque la prevista cerimonia di apertura della Camera dei deputati senza però la presenza del pontefice, rappre­sentato dal card. Altieri, il quale lesse un indirizzo di saluto del papa all'assemblea, ridotto a poche parole di circostanza.3 Non per questo Mamiani rinunciò a dare le sue linee di governo e, forte sempre del con­senso popolare e di buona parte dei deputati, preparò un nuovo testo programmatico e lo lesse alla Camera nella seduta del 9 giugno. Nello stesso giorno Marchetti diede lettura del programma Mamiani di fronte ai rappresentanti dell'Alto Consiglio.31)
In questo secondo testo, anch'esso fatto conoscere preventivamente al pontefice attraverso la persona del Farmi, Mamiani diede tutt'altro spazio all'argomento della lega, attribuendo direttamente all'operato del suo ministero i passi avanti compiuti verso il traguardo della lega politica. Non avveniva così altro che quant'aveva pronosticato nella sua lettera di un paio di settimane prima il Corboli Bussi al pontefice.
Ciò provocò un ulteriore divario tra le posizioni del papa e del ministero Mamiani, e dopo d'allora si parlò sempre più di un'aperta avversione di Pio IX nei confronti del suo Governo. Tale atmosfera finì per pesare anche sull'attività del Marchetti che, nonostante tutto, aveva voluto imprimere nuovo slancio al suo progetto di lega, tanto da far avere al Ridolfi, attraverso l'incaricato d'affari pontificio in Toscana mons. Massoni, una bozza del progetto di lega, già fatta avere tempo prima alla corte sarda.3') Marchetti avviò anche nuovi e più fitti scambi episto-
2?) SPELLANZON, op. cit., p. 48; FARINI, op. cit., pp. 181483.
30) PASINI, op, cit., pp. 186-189; D. DEMARCO, Pio IX e la rivoluzione romana del 1848, Modena, 1947, p. 79; G. CANDELORO, Storia dell'Italia moderna, voi. IH, La Rivolu­zione nazionale. 1846-1849, Milano, 1972, p. 312.
31) FARINI, op. cit., pp. 189-191, 196-198, 200; SPELLANZON, op. cit., p. 55.
32) A.S.V., Segreterìa di Stato, rub. 165, fase. 5, anno 1848, oc. 131, 123-124 ed anche in La diplomazia del Regno di Sardegna, cit., pp. 151-152; cfr. pure SCIROCCO, op. cit., p. 261.
L'interesse della Toscana per la lega è testimoniato da G. BALDASSERONI, Leopoldo II granduca di Toscana e i suoi tempi, Firenze, 1871, p. 288 passim. L'argomento della lega è toccato anche nel diario personale del granduca ora edito da F. PESENDORPER, // governo