Rassegna storica del Risorgimento

MARCHETTI GIOVANNI; STATO PONTIFICIO POLITICA ESTERA 1848
anno <1992>   pagina <22>
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Gilberto Piccinini
che era sua intenzione portare a termine l'accordo per la lega.41) Intanto va notato che altri piccoli voluti contrasti di natura diplomatica furono ulteriori segnali che convinsero Marchetti a rinunciare al suo mandato ministeriale. Le dimissioni furono presentate a Mamiani il 31 luglio,42) e si può dire che con l'uscita dal governo di Marchetti fu sanzionata la fine del gabinetto Mamiani, il quale dovette lasciare il suo posto a Fabbri una settimana dopo. Fabbri tenterà di riannodare i fili per giungere alla lega. Dopo di lui ci proveranno Dianone Petitti e Rosmini, trascinando la cosa fin quasi al tempo dell'assassinio di Pellegrino Rossi, per poi dover dichiarare il definitivo fallimento.43)
Nel breve volgere di dodici mesi, in un periodo quantomai ricco di avvenimenti nella storia italiana, oltre alle sconfitte sul campo di guerra, altre sconfitte per gli unitari furono l'inoperatività della lega doganale e l'affossamento di quella politica. La strada verso l'unificazione doveva prendere altri percorsi e raggiungere un traguardo dopo aver saggiato altre esperienze.
Sul fallimento dei preliminari per la lega ebbe un qualche peso anche l'atteggiamento della Francia repubblicana e vanno a tal proposito atten­tamente seguiti i passi compiuti a Roma dal nuovo ambasciatore fran­cese, il d'Harcourt, il quale era stato giudicato da Pareto per uno che faceva di tutto per non nascondere al pontefice che la nazione francese era per mantenere solidi rapporti con Roma, osteggiando in tutti i modi la persona del Marchetti. Corse ovunque la notizia che la presentazione delle credenziali del d'Harcourt a Marchetti era avvenuta attraverso uno dei suoi inservienti, mentre di fronte al segretario di Stato lo stesso ambasciatore si era presentato in pompa magna nel pieno rispetto del cerimoniale.44)
C'è da tener conto poi che sulla decisione di Marchetti di por fine all'esperienza ministeriale avevano influito anche le non buone condizioni fisiche e già l'inviato lombardo Piazzoni, che aveva conosciuto Marchetti appena pochi giorni dopo il suo ingresso al ministero, lo aveva giudicato un individuo dotato di tanta buona volontà ma dal quale era difficile ricavare un costrutto, tanto quel povero vecchio era confuso, oppresso ed affaticato dalla farragine delle cose.45) Anche il Liedekerke de Beau-fort, rappresentante a Roma del governo dei Paesi Bassi, aveva descritto il Marchetti al suo ministro come un uomo avanti negli anni, di salute malferma e costretto spesso a restar lontano dal suo ufficio.46)
GILBERTO PICCININI
41) SPELLANZON, pp. cit., p. 112; FARINI, op. cit., pp. 294-302.
42) MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO ROMA, Archivio della Legazione dei Paesi Bassi, voi. 297, fg. 406; DB LIEDEKERKE DE BEAUFORT, op. cit., p. 87.
43) L. RODELLI, La Repubblica romana del 1849, Pisa, 1955, p, 55 sgg.; La diplomazia del Regno di Sardegna, cit,, p. UHI sgg.
44) La diplomazia del Regno di Sardegna, cit., p. 198.
43) J848. Il carteggio diplomatico del governo provvisorio della Lombardia, a cura di F. CURATO e L. MARCHETTI, Milano, 1955, p. 155, rapporto di Quinterio a Correnti da Roma il 12 maggio 1848.
46) DE LIEDEKERKE DE BEAUFORT, op. cit,, p, 48 sgg.