Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA NAPOLETANA 1799
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Libri e periodici
Benché non si arrivi da noi, su questo terreno, a certi entusiasmi francesi che portano a considerare Gesù le jacobin le plus engagé de la Judée, anche nell'Italia delle repubbliche imposte dai francesi si tenta di fondare ima teologia democratica ricercandone i fondamenti nella Rivelazione al fine di conciliare fede e politica, ossia gli ideali repubblicani, pur cosi intrisi di carica civile e laica, con le verità ispirate ad una religiosità profondamente radicata nelle coscienze: Gesù è presentato come il modello più perfetto di democratica eguaglianza . Il teologo milanese Giovanni Mascherana sostiene che la Chiesa non è in contraddizione collo Stato ; nel primo numero degli Annali politico-ecclesiastici genovesi, in un articolo significativamente intitolato Democrazia analoga alla Religione e al Vangelo, si legge: Cittadini, la Democrazia che appoggia sulla Religione e sul Vangelo vi annunzia Eguaglianza e Fraternità . Proprio rifacendosi a queste enunciazioni, l'abate padovano Melchiorre Cesarotti, che certo non può essere compreso tra gli scrittori cattolico-democratici, non esita a proclamare che tutto ciò che tende a formare il perfetto cittadino, forma altresì il perfetto cristiano .
A sostenere queste tesi ed a professarsi cattolici democratici non sono in molti; si tratta di un'esigua minoranza per lo più proveniente, spiega Giumella, da due schieramenti cattolici, il primo di ispirazione giansenitica, o filogiansenistica, l'altro non giansenista o antigiansenista . E ci fu anche qualcuno che accettò il governo di fatto adeguandosi a una prassi che la Chiesa cattolica aveva sempre adottato di fronte al susseguirsi dei regimi, prescindendo dalle scelte ideologiche, semplicemente in base alla considerazione che si deve ubbidire a chi porta la spada .
Gli aderenti più sinceri furono quei giansenisti, ai quali il triennio rivoluzionario parve rinnovare l'occasione oramai perduta con i principi, di appoggiarsi ad mi potere politico per riformare la Chiesa . Tra loro c'era stato anche chi aveva guardato con particolare interesse alle cose di Francia fin dagli esordi rivoluzionari, come Eustachio Degola, il principale animatore degli Annali genovesi, che fu poi a lungo in contatto epistolare con Grégoire. Questi rapporti avevano anzi favorito la traduzione italiana di opuscoli francesi che conferirono al loro gruppo una posizione preminente e trainante nella pattuglia cattolico-democratica.
Al centro del dibattito stanno i grandi temi che la rivoluzione ha portato in primo piano: l'eguaglianza, la libertà, la fratellanza in primo luogo, e poi il problema dell'autorità, quello del potere temporale, quello della secolarizzazione. La lettura dei testi presentati da Giumella permette di rilevare che nel corso del triennio i cattolici democratici ebbero l'opportunità di impostare i problemi di fondo che nel secolo successivo sarebbero stati a lungo rimeditati: la consapevolezza di compiti radicalmente nuovi nella Chiesa ed ima nuova (o riscoperta) concezione del ruolo dei laici nella Chiesa ed anche dei limiti dell'intervento di essa nella sfera laica. Infatti, il vero significato storico del cattolicesimo democratico sta nel confronto drammatico, in quegli anni tormentati e fervidi, del cristianesimo e dei suoi valori perenni con la rivoluzione: in una parola conclude Giumella con la democrazia moderna che di quella rivoluzione è figlia .
Affrontando il tema della separazione dell'ordine religioso da quello politico, ossia della valutazione positiva della secolarizzazione, l'anonimo autore del Parere di un teologo romano sul giuramento civico (si tratta probabilmente dell'ex gesuita Bolgeni), prefigura una Chiesa in cammino, senza privilegi e senza pesanti protezioni. E l'oratoriano V. Palmieri aggiunge che la strada unica e semplice è quella di separare le incumbenze della Chiesa e della nazione [...] di lasciare la religione nella sua sfera che è spirituale e di persuasione . un problema difficile, che Rousseau aveva suggerito di risolvere facendo dello Stato anche la fonte della religiosità e del culto. Palmieri rivendica alla religione il diritto di non essere adulterata e corrotta allorché viene scelta e adottata da una nazione.