Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA NAPOLETANA 1799
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1992
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Libri e periodici
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31 maggio 1850 . Io non arrossisco di dirti che sono vestito d'inverno perché le mie robe d'està sono in pegno, né ho mezzi a prenderle. E il 18 febbraio 1852: Tre anni fa era possibile, se non altro per mezzo del Comitato, di non provare la fame; ma oggi anche di questo mezzo non si può far uso, le cose vanno troppo male . L'attività incessante di scrittore e giornalista lavoro che dovrebbe consentire una vita meno misera impegna Crispi come collaboratore di parecchie testate su temi riguardanti gli ultimi avvenimenti di Sicilia, le istituzioni municipali, i crimini dell'assolutismo imperante. Dagli scritti appare un vasto quadro di interessi ed è possibile cogliere lo svolgimento del pensiero politico dell'esule. Momenti significativi sono i rapporti con Cattaneo e la tipografia di Capolago per l'Archivio Triennale; il legame con Lorenzo Valerio e l'assidua collaborazione alla Concordia; le pubblicazioni sui fatti di Sicilia che, scarsamente divulgate malgrado l'impegno di Pilo per quanto riguarda Genova, non offrono lo sperato sollievo finanziario. Ritardi di pagamento, debiti, urti con altri emigrati causati da un carattere non facile. Crispi giornalista è stimato tra i democratici, ed anche Remolino prima, e Savi poi, gli chiedono articoli da Genova. Collabora al Progresso, all'Uguaglianza, alla Settimana, alla Guardia Nazionale, al Comune Italiano di Milano: qui con articoli sulle istituzioni locali formula proposte di autogoverno e garanzie giuridiche che ci aiutano a cogliere le radici di convinzioni maturate più tardi nell'uomo di governo. Candido analizza con compiutezza e rigore la vasta attività pubblicistica indicando nei vari fogli la presenza crispina, dalla fase torinese alle maltesi La Valigia e La Staffetta. Non dimentica, infine, i molti progetti di opere e di edizioni per ragioni diverse non portate a compimento.
La pubblicazione dell'epistolario rappresenta un importante contributo alla migliore conoscenza della realtà politica in cui Crispi e Pilo operano, ed offre un quadro più completo di vicende ed uomini dell'emigrazione siciliana nel regno di Sardegna, divisa da contrasti ideologici e talora da contrasti su piano personale. A questo proposito è emblematica la dolorosa vicenda della lite Crispi-La Masa: la polemica, con accuse reciproche di pubblico dominio perché date alle stampe, solo con il tempo e con la mediazione di amici comuni tende a sopirsi. Altri fatti, come l'intercettazione di una lettera di Crispi a Francesco D'Onofrio che viene per questo incarcerato in Sicilia, creano gravi problemi al mittente, ritenuto imprudente e quindi responsabile.
Nelle ricchissime note Candido ricostruisce, con lavoro di ricerca difficile e prezioso, i profili biografici di coloro e non sono pochi che vengono citati nella corrispondenza. Una specie di dizionario dell'emigrazione siciliana che offre notizie assai utili e in parte nuove sui singoli personaggi. A Torino come a Genova anche se l'ambente nel capoluogo ligure, centro democratico vivace e vitale, è in parte diverso , gli esuli provenienti dal Mezzogiorno sono divisi, ed è per questo impossibile una presa di posizione unanime: le vicende dei rapporti con il Comitato Centrale Siciliano di Parigi e il Comitato Nazionale 'Italiano di Londra mostrano come vi siano in taluni riserve, pregiudiziali indipendentistiche, affermazioni che limitano il mandato ai rappresentanti eletti. Crispi sottolinea come i monarchico-costituzionali siano tutto sommato una minoranza: che tuttavia non consente atteggiamenti decisi in senso unitario e repubblicano. Egli appare uomo concreto e disincantato, spesso in polemica con i conterranei, di cui non dimentica passate responsabilità, e che tra resistenze e perplessità non sembrano essere quella minoranza coraggiosa che deve impegnarsi in iniziative ardite. In più di una circostanza cerca di porsi come mediatore e la sua amicizia con alcuni esponenti moderati dell'emigrazione siciliana conferma la sua disponibilità ad un dialogo. In altri casi il suo carattere forte non gli consente di tacere di fronte a quelle che considera offese a sé e ai democratici che gli sono vicini: è polemico, oltre che nei riguardi di La Masa, anche sulla Storia di La Farina, che definisce un pamphlet; ha parole dure per molti siciliani che giudica poco onesti o sospetti, e comunque avversari da cui guardarsi, e prende posizione contro l'accademia filosofica di MamianL Manifesta idee chiaramente democratiche, ma proclama al tempo stesso la propria indipendenza di giudizio. Ed afferma orgogliosamente: