Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA NAPOLETANA 1799
anno <1992>   pagina <42>
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Libri e periodici
Amo la democrazia... ma non perché Mazzini è uno dei personaggi che gli avvenimenti hanno messo alla testa di un partito ; anche se, altrove, ammette vi sono delle idee in cui sono d'accordo con Mazzini . Si rende conto già nel 1850 della crisi che coinvolge i democratici divisi e ne diminuisce il peso: ma è meglio un partito meno consistente e di gente migliore.
Concreto e realistico sulle vicende italiane, Crispi si illude sulla Francia dopo il 2 dicembre < il popolo saprà reagire [...J le cose non potranno essere interamente contro la democrazia) e trae presagi errati sull'Inghilterra. Nel corso del suo soggiorno londinese è colpito dai gravi squilibri sociali esistenti in Gran Bretagna; parla delle manifestazioni popolari contro l'aristocrazia e la cattiva amministrazione dello Stato e ritiene possibile una grande rivoluzione sociale .
Salvatore Candido ci offre con questo lavoro un esempio di grande impegno e rigore, e un modello di edizione critica di documenti. Un rilievo assolutamente marginale: si cita Franco Della Peruta come autore di un saggio relativo al giornale Jl Tribuno del 1850 (p. 186). Della Peruta ha ripubblicato invece // Tribuno, rarissimo foglio mazziniano che ha avuto breve vita a Marsiglia nel 1833.
La raccolta e l'edizione di queste preziose fonti crispine è senza dubbio di grande utilità per una più completa conoscenza della maturazione delle idee e delle vicende politiche ed umane del democratico siciliano negli anni dell'esilio.
BIANCA MONTALE
Les documents dipìomatiques importante source des études balkaniques. Actes de la Conférence scientifique internationale. Tutzing-Munich, 4-6 mai 1986 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi, 9); Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, 1988, in 8, pp. 216. S.p.
I recenti tragici avvenimenti jugoslavi hanno reso nuovamente attuale un termine che sembrava essere caduto nel dimenticatoio: balcanizzazione. Sono tornati a galla conflitti mai del tutto sopiti che hanno fatto drammaticamente riemergere, in una regione che non è azzardato definire autentica babele di etnie, odi e rancori tra popolazioni storicamente assai diverse le une dalle altre per religione, lingua, cultura e condizioni socio-economiche, popolazioni cui l'unico elemento di coesione era stato, dal 1945 ad oggi, la ferma volontà del maresciallo Tito che con la sua scommessa per l'indipendenza e l'unità era riuscito a mantenere nell'ambito di un'unica federazione le sei Repubbliche della Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia. Montenegro, Serbia e Slovenia.
Ma le contraddizioni nazionali che agitano oggi la regione sono le stesse che, a parure dall'inizio del secolo scorso, avevano portato le Potenze europee a guardare con un misto di cupidigia e di viva preoccupazione a quei Balcani che agli inizi di questo XX secolo furono con felice espressione definiti polveriera d'Europa . Il crollo dei comunismi nei paesi d'oltre cortina ha innescato pericolosi ed incontrollabili sentimenti nazionalistici, da cui non sono certo immuni per soffermarci all'area danubiano-balcanica l'Ungheria (per via della Transilvania, regione settentrionale della Romania in cui vive una fortissima minoranza di lingua magiara), la Romania (la cui Moldavia è oggi terra russa), la Bulgaria (che non nasconde la sua aspirazione a parte della Macedonia, che recentemente si è espressa a favore della propria indipendenza da Belgrado) e l'Albania (cui la Jugoslavia nel '4.5 ha strappato il Kossovo per farne una regione autonoma all'interno della repubblica serba).
di estrema attualità, dunque, questo volume in cui sono raccolti gli Atti della Conferenza scientifica internazionale tenutasi a Tutzing-Monaco nel maggio del 1986. I documenti diplomatici costituiscono infatti fonte di primaria importanza per gli studi balcanici, non solo per l'analisi della politica delle Potenze europee nei riguardi della regione, ma anche per lo studio della situazione socio-economica e culturale dei paesi
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