Rassegna storica del Risorgimento
ASSOLUTISMO ILLUMINATO ITALIA; RIFORMISMO ITALIA; STORIOGRAFIA
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1992
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Maria Rosa Di Simone
il Seicento e il Settecento non sembravano offrire molti elementi dai quali trarre vanto o rafforzare l'orgoglio nazionale.3) Da una parte, infatti, gli ordinamenti italiani tra XVII e XVIII secolo non avevano conosciuto che molto marginalmente il processo di evoluzione istituzionale verso forme più accentrate e moderne, e, anzi, dopo qualche riuscito tentativo di riforma realizzato nel secolo precedente, essi si presentavano più che mai caratterizzati dal particolarismo e da strutture organizzative arretrate rispetto ai tempi, dall'altra la dominazione straniera, prima spagnola e poi austriaca, qualificava quegli anni, agli occhi degli uomini del Risorgimento, come i più infelici e decadenti della storia nazionale.
Nuovi criteri di valutazione cominciarono in realtà a farsi strada solo a partire dagli anni venti del Novecento, quando Benedetto Croce, rompendo con la tradizione ormai consolidata, ridimensionava le responsabilità della Spagna nella decadenza italiana indicando anzi, in alcuni obiettivi da essa realizzati quali la compressione della classe nobiliare e la formazione di un ceto civile le premesse per la rinascita settecentesca, nel rinnovato collegamento con l'evoluzione europea.4) Questa impostazione, dapprima applicata alla sola area napoletana e poi estesa ad un orizzonte più vasto,5) apriva la strada ad altri studiosi che avviarono su nuove basi una serie di proficue indagini sul Mezzogiorno, la Lombardia, lo Stato sabaudo. Così, fra gli altri, Nino Cortese, Fausto Nicolini, Carlo Morandi, Mario Viora, Francesco Cognasso si avventurarono su un terreno ancora in gran parte sconosciuto e crearono le premesse per ulteriori approfondimenti, ormai all'insegna di una visione più libera e meno angusta della complessa realtà italiana dell'età barocca.
Nello stesso arco di tempo, una svolta analoga si registrava nella ricostruzione delle vicende politiche ed istituzionali del periodo successivo, coincidente grosso modo con la seconda metà del XVIII secolo, al quale si dà il nome di età dell'assolutismo iHuminato secondo una formula concettuale che suscita qualche perplessità circa la sua insufficienza ed ambiguità, ma che, come è stato giustamente messo in luce di recente, si rivela ancora, nonostante i suoi limiti, una categoria efficace ed uno strumento insostituibile per accostarsi allo studio dell'Europa settecentesca.*)
3) Per l'evoluzione della storiografìa su questo periodo cfr. W. MATURI, CU studi dì storia moderna e contemporanea, in AA.W., Cinquantanni di vita intellettuale italiana 1896-1946. Scritti in onore di Benedetto Croce nel suo ottantesimo anniversario, a cura di C. ANTONI e R. MATTIOLI, voi. I, Napoli, 1950, pp. 211 sgg.j G. GUAZZA, Dal 1600 al 1748, in AA.W., La storiografia italiana negli ultimi vent'anni, voi. I, Milano, 1975, pp. 519 sgg,; G. GIARRIZZO, Il Seicento, in AA.W., La storiografia Italiana degl ultimi vent'anni, voi. II: L'età moderna, a cura di L. DE ROSA, Bari, 1989, pp. 63 sgg.
4> B. CROCE, La Spagna nella vita italiana durante la rinascenza, 2* ed., Bari, 1922; la. Storia del Regno di Napoli, Bari, 1925.
5) B. CROCE, Storia dell'età barocca in Italia, Bari, 1929.
6) M. BAZZOLI, // pensiero politico dell'assolutismo illuminato, Firenze, 1986. Sulla periodizzazione e le caratteristiche dell'epoca in esame, si possono ancora utilmente vedere A. C. JEMOLO, Assolutismo, in Enciclopedia Italiana, voi. V, Roma, 1930, pp. 58 sgg.; L. BULPERETTJ, L'assolutismo illuminato in Italia (1700-1789), Milano,