Rassegna storica del Risorgimento
ASSOLUTISMO ILLUMINATO ITALIA; RIFORMISMO ITALIA; STORIOGRAFIA
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1992
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Maria Rosa Di Simone
essa ha contribuito notevolmente a vivacizzare e sprovincializzare la riflessione sulla tematica istituzionale, ma se negli scritti dei riformisti italiani si possono individuare spesso elementi e spunti tratti dai due filosofi francesi, la sostanza e le conclusioni delle loro opere risultano nel complesso profondamente diversi.
Il modello costituzionale inglese, conosciuto soprattutto attraverso la schematizzazione di Montesquieu, si prestava a costituire il puntello teorico delle prerogative dei ceti privilegiati e, di fatto, in Italia l'utilizzazione dell'Esprit des lois fu in gran parte di segno conservatore poiché forniva argomenti formalmente moderni a quanti sostenevano il mantenimento di assetti di tipo particolaristico e oligarchico. D'altro canto, la dottrina della sovranità popolare di Rousseau non offriva strumenti teorici adeguati ad incidere nel contesto italiano che rispetto alla Francia si trovava in uno stadio evolutivo più arretrato e caratterizzato da strutture di natura corporativa. In realtà, il modello al quale la maggior parte dei riformisti italiani guardava non era né quello del governo misto né quello del sistema rappresentativo, che sarebbero divenuti oggetto di serio dibattito solo dopo il periodo napoleonico, in una diversa temperie spirituale e politica, e appare ormai fuorviante continuare a limitare le indagini alla diffusione del pensiero francese e inglese trascurando altre influenze che, sul piano culturale ed operativo furono, in quell'epoca, non meno generali ed incisive.2"
Si vuole qui fare riferimento alla tradizione di pensiero tedesca e soprattutto austriaca che, per ragioni ricollegabili ancora ad impostazioni storiografiche di tipo risorgimentale, è stata per lungo tempo sottovalutata e solo recentemente ha cominciato a suscitare l'attenzione degli studiosi. L'ideale del sovrano giusto, paterno, illuminato, nelle cui mani si concentrano tutti i poteri dello Stato con runica limitazione data dal supremo obiettivo del bene comune, si ispira direttamente alla elaborazione teorica che dei regimi assolutistici era stata data in Prussia e in Austria e che sembrava trovare in Federico II, Maria Teresa e Giuseppe II la sua incarnazione migliore.
A sua volta, questo ideale si radicava nella dottrina del diritto naturale che, diffusasi in Austria solo nella seconda metà del Settecento, quando ormai in area germanica era in declino, aveva contribuito in modo decisivo alla modernizzazione della scienza giuridica ed era divenuta il supporto teorico del riformismo asburgico. In Italia il pensiero gius-naturalistico, che provenendo dai paesi protestanti aveva suscitato il sospetto,
movimento dei lumi al movimento dei popoli. L'Europa tra illuminismo e rivoluzione, Bologna, 1986, passim; D. FELICE, Montesquieu in Italia 1800-1985. Studi e traduzioni, Bologna, 1986; ID., Jean Jacques Rousseau in Italia. Bibliografia 1816-1986, prefazione di A. POSTIGLIOLA, Bologna, 1987; V. FERRONE, I profeti dell'illuminismo. Le metamorfosi della ragione del tardo Settecento italiano, Bari, 1989, pp. 301 sgg.
21> M. R- Di SIMONE, La cultura pubblicistica in Austria e la sua influenza in Italia dall'antico regime alla restaurazione, in Clio, a. XXIII, n. 3, luglio-settembre 1987, pp. 423 sgg. Sull'Influenza del costituzionalismo europeo in Italia nel Settecento e nell'Ottocento cfr. C. GHISALBERTI, Modelli costituzionali e stato risorgimentale, Roma, 1987.